13 sequel, port e versioni scrause di Super Mario Bros.

scrauso
agg. (fam.) Brutto, di aspetto sgradevole; di qualità scarsa, scadente, fuori moda. Attestato per la prima volta nel 1527 nella confessione autografa di una strega del contado romano, Bellezze Ursini da Collevecchio: “Non poi intrare in questa arte se sì scrausa, senza stultezza e bona natura.” (Treccani)

Super Mario Bros. Uscito il 13 settembre 1985 sul Famicom, la versione giapponese del NES, è talmente celeberrimo, ha talmente fatto scuola, che parlarne qui è del tutto inutile. Di sicuro sapete già tutto quello che c’è da sapere.

Per esempio che ha due sequel separati: la versione giapponese che era inutilmente difficile e quella americana con rape e Tipi Timidi. Siamo già nel 1988, però. E se vi dicessi che né Super Mario Bros. The Lost Levels, né Super Mario Bros. 2 sono il primo sequel di Super Mario Bros.?

Negli anni ‘80 ci fu un vero proliferare di port, sequel e versioni alternative del grande classico. E l’usanza è continuata fino ai giorni nostri, con Nintendo che rifiuta di farci dimenticare questa pietra miliare della sua e della nostra storia. Solo che la maggior parte di questi port e versioni alternative sono state… ecco… meno che ideali. Per questa carrellata ve ne abbiamo raccolti tredici, di diversi gradi di scrausità. 

Sono escluse dal computo le versioni identiche all’originale e quindi indubbiamente non scrause, come le varie Virtual Console, Switch Online e NES Mini. Andando in ordine cronologico, iniziamo con…

VS. Super Mario Bros. (marzo 1986)

Cominciamo soft, con un port/sequel che del tutto scrauso non è. A essere scrause erano le console casalinghe americane negli anni ‘80, che causarono il crollo dell’industria videoludica in quel paese. Prima di questa débacle, Nintendo aveva in mente di collaborare con Atari per distribuire il Famicom negli Stati Uniti, ma poi i piani andarono in fumo. Hiroshi Yamauchi, allora presidente di Nintendo, ideò il VS. System, un tipo di cabinato arcade per far conoscere ai consumatori statunitensi i prodotti Nintendo.

Il VS. nel nome si riferisce al focus competitivo dei giochi, visibile per esempio nei primi titoli come VS. Tennis e VS. Wrecking Crew.

L’idea della competitività si riflette anche in VS. Super Mario Bros., che rispetto all’originale ha meno warp zone e più nemici. Inoltre, avete presente che nel SMB originale alcuni livelli sono solo una versione più difficile di un livello precedente? Per esempio, il mondo 6-4 è una versione più difficile dell’1-4. In questi casi, VS. utilizza al posto della versione facile quella difficile, e al posto della versione difficile dei livelli completamente nuovi, che verranno poi spudoratamente riciclati nel Super Mario Bros. 2 giapponese. 

Ah, e se ve lo state chiedendo, nonostante il “VS.” nel titolo, il multiplayer di questo gioco è esattamente identico a quello di SMB originale: Mario e Luigi che si alternano quando uno finisce le vite. Yawn.

La cosa più scrausa di questo gioco è che il suo unico port su console moderna è quello presente su Nintendo Switch, curato da HAMSTER per Arcade Archives. Ma non serve che vi faccia pubblicità io, visto che da quando è uscito a dicembre 2017 è costantemente e inspiegabilmente presente nella classifica dei titoli più acquistati su eShop.

Super Mario Bros. (Game & Watch) (giugno 1986)

Ma scusate, ho una domanda: e i poveri bambini che non avevano in casa un NES, come facevano a giocare a Super Mario Bros.? Niente paura, perché Mr Game & Watch è qui per voi! Di questo gioco esistono tre versioni.

  1. Una della serie Crystal Screen, con un Mario che sembra più uno stickman col cappello
  2. Una estremamente rara, con il guscio a forma di Diskun (la mascotte del Famicom Disk System) distribuita solo in Giappone come premio per un torneo di Famicom Grand Prix F-1 Race nel 1987 e prodotta in sole diecimila copie
  3. Una con un Mario che sembra effettivamente Mario, della serie New Wide Screen

Per il resto, otto livelli a scorrimento automatico. E se riesci a superarli tutti? Ricominciano più difficili. E se superi anche quelli? Ricominciano più difficili. E se…? Ancora più difficili, per nove volte. Poi, di solito la maestra te lo sequestra o un tuo compagno lo chiede in prestito e non te lo rende mai.

No, la vostra copia di Snake non è stregata.

Super Mario Bros. Special (agosto 1986)

Ma ora veniamo alla roba veramente putrida. Avete presente Hudson Soft? Lo studio videoludico con l’apetta responsabile della serie Bomberman e per anni sviluppatore dei giochi di Mario Party? È in giro da molto più tempo di quello che pensate. Già nel 1984 avevano sviluppato due port per computer di Mario Bros. Il primo, Mario Bros. Special,  espandeva il gioco originale con nuove meccaniche e nuovi livelli; mentre il secondo, Punch Ball Mario Bros. aggiungeva come oggetto una palla rimbalzante che poteva essere usata per capovolgere i nemici. Spiegando nel manuale che Mario e Luigi erano uomini primitivi incapaci di usare strumenti più elaborati di una palla di pietra. OK, contenti voi.

Tutto questo per dire, non era la prima volta che Hudson portava l’idraulico baffuto nei computer casalinghi dei giapponesi, e sempre nel 1986 pubblicò Super Mario Bros. Special. Il gioco uscì sui computer giapponesi NEC PC-8801 e Sharp X1, e successivamente per il sudcoreano Samsung SPC-1500. E… giudicate voi.

Mancava completamente la meccanica di scorrimento dello schermo, solo nella versione X1 sostituita da uno scorrimento veloce alla Zelda, e i colori erano… così. 

Altre cose interessanti del titolo sono la presenza di nuovi nemici, ostacoli e power-up. “Nuovi” per modo di dire. Abbiamo i barili e le palle di fuoco di Donkey Kong (oltre al martello per distruggerli), e granchi, falene e stalattiti da Mario Bros. C’è anche un power-up ala (precursore dell’Ala-P di Super Mario Bros. 3?) che permette a Mario di nuotare nell’aria per un po’, un orologio che aggiunge 100 secondi al velocissimo timer, un atomo che sconfigge istantaneamente tutti i nemici su schermo, e l’apetta mascotte della Hudson che appare solo nel livello 1-1 e dà al giocatore 8000 punti gratis.

All Night Nippon Super Mario Bros. (dicembre 1986)

Vi immaginate se, al giorno d’oggi, facessero un’espansione di Super Mario Odyssey che include i presentatori di Radio Deejay? Sarebbe la cosa più ridicola dell’universo, no? Nintendo non farebbe mai una cosa del genere, vero? Eppure nel 1986 l’hanno fatto.

All Night Nippon è uno show radiofonico giapponese che va in onda dal 1967 fino ai giorni nostri, e in quell’anno hanno pensato bene di collaborare con Nintendo per pubblicare quello che è praticamente una romhack di Super Mario Bros. Lasciamo il Famicom per approdare sul Famicom Disk System con All Night Nippon Super Mario Bros.

Questa versione di Super Mario Bros. non si svolgeva nel Regno dei Funghi, ma nel “Regno Viva”, e Goomba e Piante Piranha hanno misteriosamente la faccia del DJ Sunplaza Nakano. Anche i Toad odiosi dei primi sette mondi sono sostituiti da altrettanti presentatori del programma (ospite d’eccezione, al Mondo 5, Takeshi Kitano). Inoltre, la Principessa Peach ci aspetta alla fine del Mondo 8 con indosso un kimono. Altri cambiamenti grafici? Sulla bandiera di fine livello e sull’ascia che ammazza Bowser in ogni mondo c’è un occhietto che in realtà è il logo della compagnia radiofonica che produce lo show, e al posto della Super Stella appare l’Hiranya, una stella a sei punte con un cerchio in mezzo. Simbolo occulto? No, proveniva da un altro programma della stessa emittente, Yūji Miyake's Young Paradise.

All Night Nippon è uscito dopo Super Mario Bros. 2 giapponese, quindi alcuni dei livelli sono presi da lì. Da quel gioco derivano anche i mondi bonus: completando il gioco otto volte si accedeva ai mondi A, B, C e D. Nei primi tre di questi si salvava da Bowser un umano misterioso il cui nome non è rivelato nel gioco, ma che somiglia molto a uno dei presentatori storici di All Night Nippon, Tsuruko Shokufutei. Per mantenere il paragone con Radio Deejay, è come se apparisse d’improvviso Amadeus. 

Nelsonic Game Watch: Super Mario Bros. (1989)

Ma non l’abbiamo già visto questo? NO! Non Game & Watch, Game Watch! Questa serie di videogiochi LCD da polso, prodotta dall’americana Nelsonic, contava ben quattro prodotti a tema Mario, il primo dei quali era Super Mario Bros.

Tre livelli a schermata fissa, in cui Mario doveva salvare la principessa da… Bowser? No, da una strega cattiva non meglio identificata, della quale Bowser era solo il drago domestico.

La scrausità di questo gioco era tale che l’unico modo che gli veniva in mente per aumentare la difficoltà nel secondo livello era invertire i controlli di destra e sinistra. Ripetete con me: “invertire i controlli è la più bassa forma di aumento di difficoltà.”

BS Super Mario Collection (1997)

Passiamo alla prossima console, ma rimaniamo in ambito radiofonico, con BS Super Mario Collection. Prima risolviamo la nomenclatura: Super Mario Collection è il titolo giapponese di Super Mario All-Stars, OK? E la BS cosa vuol dire? “Bullshit”? No, è l’abbreviazione di broadcast satellite, ed era comune nei titoli per Satellaview. Esatto, è quel momento dell’articolo.

Satellaview era un add-on per il Super Famicom che consisteva in un modem satellitare, con il quale scaricare dall’etere giochi e altri contenuti. I giochi erano quindi “trasmessi” in date fisse tramite questa radio e avevano pure un commento live di alcuni presentatori. Bellissimo eh, peccato solo che la grande maggioranza di quei giochi sono lost media e non si possono emulare in nessun modo, ma solo vedere qualche video registrato all’epoca.

BS Super Mario Collection fu trasmesso sulle Satellaview di tutto il Giappone in quattro puntate, giocabili per una settimana ciascuna, a cavallo tra fine dicembre 1997 e gennaio 1998. Se volete farvi un’idea di com’era l’esperienza, guardate questo video e gioite.

A noi interessa soprattutto il primo episodio, quello dedicato a Super Mario Bros. La grafica era la stessa di Super Mario All-Stars, ma il gioco funziona in maniera diversa. Dei cinque mondi disponibili, era possibile scegliere un livello fra i primi tre, e giocarlo fino allo scadere del tempo, a quel punto il giocatore sarebbe stato catapultato nel castello. Sconfiggendo Bowser si poteva fare quel gioco della slot machine di Super Mario Bros. 3 per ottenere punti e poi passare al mondo successivo.

A quanto pare, gli episodi 2 e 3 contenevano ciascuno metà di Super Mario Bros. 3, e il quarto Super Mario Bros. The Lost Levels.

Super Mario Bros. Deluxe (1999)

Una piccola pausa non così scrausa con Super Mario Bros. Deluxe, uscito su Game Boy Color nel 1999. L’unica cosa scrausa qui è quanto era zoomato il gameplay, rendendo certi salti veramente difficili.

Per il resto era un bel port, che includeva anche The Lost Levels e una modalità sfida con collezionabili inediti, come monete rosse e uova di Yoshi. Ma pure la modalità “You vs Boo”, in cui si cercava di arrivare al traguardo prima di un Boo che cheattava attraversando le pareti.

Ma pure una modalità che ti leggeva il futuro, un calendario, robe da stampare con la Game Boy Printer, e perfino un sistema di achievement ante litteram! Cosa non era questo gioco.

È anche la prima versione con cui io ho finito Super Mario Bros., quindi ho anche un certo affetto per questo gioco troppo zoomato.

NES Classics: Super Mario Bros. (2004)

Il 2004 era il ventesimo anniversario del Famicom, e che non ce lo fai un bel remake celebrativo del suo gioco Nintendo più famoso?

Super Mario Bros. della serie NES Classics su Game Boy Advance risolve il problema dello schermo troppo zoomato della versione Game Boy Color, ma… Che cappero è successo agli sprite?

Perché i Goomba sembrano Grumpy Cat? Perché Mario ha la panza da birra? Perché tutto è così tozzo e schiacciato? Probabilmente sullo schermo piccolo del GBA si notava meno, ma visto oggi… yikes.

Per prendere due anniversari con una fava, il gioco fu anche ri-rilasciato l’anno dopo per festeggiare il 20° anniversario di SMB.

Super Smash Bros. (2008-2014)

Cos’era più scrauso e inutile dei Capolavori, le cortissime e pietosissime demo di vecchi giochi presenti in Super Smash Bros. Brawl e Super Smash Bros. for Wii U

Non c’è molto da dire, qui, erano prese di peso dalla Virtual Console di Wii e Wii U rispettivamente, e soprattutto in Brawl erano di un’inutilità rara. Basti pensare che la demo in questo primo gioco durava solamente un minuto. Giusto il tempo di provare il livello 1-1, e toh, se sei un dio dello speedrun magari anche un pezzo di 1-2. Su Wii U era un pelino più sensato, durando tre minuti, ma comunque lasciava il tempo che trovava.

Super Mario All-Stars: Edizione per il 25° anniversario / 25th Anniversary SUPER MARIO BROS. (2010)

Questo titolo rappresenta per me una gran botta di nostalgia. Sapete dove l’ho comprato? Da Blockbuster. Sì, esatto, così tanta nostalgia. Eppure già all’epoca, avevo 15 anni, mi aveva un po’ deluso, essendo solo un port senza alcuna modifica del Super Mario All-Stars per SNES. Certo, c’era il libretto e il CD di musica così che potevi sparare a tutto volume dall’impianto stereo di casa tua il suono della moneta di SMB, però… Ci ho comunque giocato eh, non mi lamento.

Ehi, un attimo, ma perché quest’articolo non include il Super Mario All-Stars originale? Be’, perché quello non si può certo definire scrauso. Era un remake a 16-bit, con la grafica completamente rifatta e altri tre giochi di cui uno mai uscito prima in occidente, molto figo! Per il 1993. Per il 2010 su Wii, ecco diciamo che potevamo aspettarci di più.

Non è però l’unica versione di SMB rilasciata per festeggiare il 25° anniversario! Esclusivamente comprando il Wii rosso celebrativo si poteva accedere a 25th Anniversary SUPER MARIO BROS., una versione Virtual Console di SMB in cui l’unica differenza era… il punto interrogativo sui Blocchi ? era sostituito dal numero 25. Woooooooooow.

Godi popolo

Tra l’altro, sapevate che il logo del 25° anniversario di SMB era riciclato spudoratamente dal logo di un CD musicale uscito solo in Giappone cinque anni prima per il 20°? Sapevatelo.

NES Remix 2 / Ultimate NES Remix (2014)

Ma quanto era carina la serie NES Remix? Non ci ho giocato tantissimo su Wii U, ma mi ha regalato momenti divertenti. Dicevano che Toad non sarebbe mai stato giocabile in Kirby’s Adventure, ma gliel’abbiamo fatta vedere!

Comunque, sia su NES Remix 2 per Wii U, sia in Ultimate NES Remix per 3DS era presente Super Luigi Bros. Questa versione del grande classico aveva alcune differenze: innanzitutto, come è ovvio dal titolo, il protagonista era Luigi (con la fisica che aveva in The Lost Levels). Poi, tutti i livelli erano specchiati (si proseguiva da destra a sinistra) e alla fine insieme a Peach si trovava anche Mario. Super Luigi Bros. è stato l’ultimo gioco rilasciato nell’ambito dell’Anno di Luigi… con qualche mese in ritardo visto che siamo già nel 2014.

Non è tutto, perché su 3DS c’era anche Speed Mario Bros., una versione di SMB che è uguale tranne che tutto si muove al doppio della velocità. Finalmente i fan di Sonic possono giocare a Mario senza sforzare i loro tempi di attenzione limitati.

amiibo Touch & Play – Nintendo Classics Highlights (2015)

Per la serie “giochi di cui nemmeno io sapevo l’esistenza”, amiibo Touch & Play. Un’applicazione “gratuita” per Wii U che supportava gli amiibo per sbloccare piccole demo di giochi classici. Ogni volta che si scansionava un amiibo il gioco sbloccato era completamente random, e sì, tra di essi c’era anche l’immancabile Super Mario Bros. Potresti dover comprare 30 amiibo diversi per provarlo, ma c’è! A ogni scan del singolo amiibo si veniva mandati a un punto casuale del gioco (nel caso di SMB, poteva essere il primo livello di ogni mondo e qualche altro) e si avevano 3 minuti per provarlo.

Insomma una ladrata come ogni cosa toys-to-life in cui pagavi per avere una pubblicità di un gioco da comprare su Virtual Console.

Super Mario Bros. 35 (2020)

Dai che questa ve la ricordate. Sulla scia di Tetris 99 e dei battle royale, Ninty ha pensato bene di rilasciare su Switch Super Mario Bros. 35 per celebrare, indovinate, i 35 anni di SMB. 

Come funzionava? Semplicemente, 35 giocatori selezionati casualmente tra quelli online affrontavano livelli a scelta di SMB, e i nemici sconfitti andavano a infestare il gameplay di uno degli avversari, finché, beh… non ne rimaneva solo uno.

Ci ho giocato veramente pochissimo, ma per i fan di questo genere di cose poteva essere sicuramente un bel divertissement. Peccato che non fosse possibile creare stanze per giocare insieme ai tuoi amici, cosa che era possibile in Tetris 99. “Eh ma lo sviluppo è iniziato PRIMA di Tetris 99, non potevamo saperlo!” Va be’, anche Tetris 99 li ha aggiunti con un update, basta aspettare un po’ e… come? Il gioco non è più disponibile dal 1° aprile 2021? Ah sì, mi ricordo, il giorno che è morto Mario, divertente.

Ma mentre Super Mario 3D All-Stars e Game & Watch Super Mario Bros. (altro port certificato non-scrauso) magari hanno smesso di essere venduti ufficialmente quel giorno, ma sono ancora reperibili e soprattutto giocabili, i server di SMB35 hanno proprio chiuso, e ora non è giocabile in nessun modo.

Mi sono divertito scrivendo questa retrospettiva, ho scoperto dei port che non conoscevo e ho anche soddisfatto la mia voglia irrefrenabile di parlare pubblicamente dei port che conoscevo. Ce n’erano sicuramente più di quelli che pensavo, di modi in cui Nintendo ha munto la gallina dalle uova d’oro (ho mischiato due metafore agricole, chiedo scusa) di Super Mario Bros. Come vi dicevo, alcune versioni che riproponevano 1:1 (anzi, 1-1) l’originale sono state escluse, e anche i remake e sequel fatti bene.

Ovviamente, tutta la serie principale di Mario è tecnicamente un sequel di Super Mario Bros. L’unico punto di contenzione è che per alcuni anche Super Mario Bros. 2 giapponese si potrebbe considerare scrauso, vista la merdifficoltà e stronzingiustizia che lo caratterizza. Ma insomma, quello era chiaramente creato e pubblicizzato per i giocatori esperti in attesa del vero sequel che sarebbe arrivato con Super Mario Bros. 3. Per quanto questi port e versioni strambe possano essere scrausi, sono comunque il modo in cui molti di noi hanno provato SMB per la prima volta, e non possiamo non vederli con affetto.

Auguriamo allora a Mario un buon 40° anniversario e speriamo in tanti altri port non scrausi per ricordarci quanta strada abbiamo fatto!

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