È morto Masayuki Uemura, l'ingegnere papà di NES e SNES

Masayuki Uemura è morto il 6 dicembre 2021 all'età di 78 anni. Era l'ingegnere a capo di Nintendo R&D2, la divisione responsabile dell'hardware di NES e SNES. Senza il suo contributo, Nintendo e i videogiochi in generale sarebbero molto diversi da come li conosciamo.

Fonte immagine: The Asahi Shimbun / Reuters

Uemura nacque a Tokyo il 20 giugno 1943. Iniziò a lavorare come ingegnere presso Sharp, per poi passare a Nintendo all'inizio degli anni '70. All'epoca Nintendo dedicava la maggior parte delle sue risorse ai giochi arcade e i Game & Watch, quando un giorno, nel 1981, Hiroshi Yamauchi assegnò un compito a Uemura: produrre un dispositivo economico in grado di portare i videogiochi Nintendo sul televisore di casa, un "computer per la famiglia". Uemura, con un piccolo team, sviluppò l'hardware e gli diede il nome "Family Computer", che fu adottato nel mercato giapponese per poi essere esportato in occidente col nome "Nintendo Entertainment System". All'epoca esistevano già degli hardware di questo tipo come l'Atari 2600, ma il NES era tarato per supportare giochi all'altezza delle hit arcade degli anni '80, con un occhio di riguardo per il prezzo, che doveva mantenersi intorno ai 10,000 yen (circa 80€ con la conversione di oggi). Non fu un'impresa facile per Uemura, che in alcune interviste confessò di avere poca fiducia nel progetto. Curiosamente, fu la moglie di Uemura a proporre l'abbreviazione "Famicom" che usiamo comunemente ancora oggi. La console fu messa sul mercato a 14,000 yen e fu un successo ben più grande di quanto Uemura potesse immaginare. Nel 1988 iniziò a progettare il successore del NES, il "Super Famicom" o Super Nintendo come lo conosciamo in occidente, che si rivelò un altro grande successo per la compagnia. Uemura si ritirò da Nintendo nel 2004 per diventare un docente alla Ritsumeikan University.

Vi invitiamo a leggere delle interviste per scoprire di più sulla sua storia e sull'impatto che ha avuto sui videogiochi che amiamo:

Fonte: Ritsumeikan Center for Game Studies (rcgs.jp)
Fonte copertina: Archipel (@SailToArchipel)

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