Da oggi, fino al 5 gennaio, verrà pubblicata una posizione al giorno.
5. Django Unchained
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Non so se lo sappiate già o meno, ma lo dico comunque: io adoro i film di Quentin Tarantino. È in assoluto uno dei miei registi preferiti, mi piace il suo stile, il suo non prendersi sul serio e l'affrontare temi anche seri e profondi con una leggerezza che sfocia molto spesso nell'irriverenza. Non voglio però parlare di tutte le sue produzioni, perchè sarebbe sprecato per questo mini-consiglio e magari, chissà, forse in futuro potrei tornare sull'argomento; però mi sembra giusto rendere omaggio al più recente dei suoi film.Django Uchained, che, badate bene, va pronunciato “Giango Anceind” perchè la D è muta, è un omaggio del caro vecchio Quentin ad uno dei suoi generi filmatografici preferiti: lo Spaghetti Western. Quei pochi che ancora sanno di cosa stia parlando sapranno sicuramente che il nome Django non è nuovo nel genere, dato che già questo è un riferimento al personaggio impersonato da Franco Nero. Non che la trama dei due film c'entri qualcosa, ma quello di Tarantino non è il primo remake totalmente slegato dal film originale.
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Oltre all'ovvia citazione del nome, tutto il film è farcito come un sandvich di richiami a clichè e dialoghi dei film di Sergio Leone e compagnia, per non parlare dell'uso (per non dire addirittura abuso) di brani famosi, come il tema di Trinità alla fine del film.Sulla trama, sinceramente, non c'è da dire moltissimo, ma si parla di film western e di Tarantino, non si può pretendere più di tanto: un cacciatore di taglie, tale Dr. King Schultz, aiuta uno schiavo, Django, a liberare la bella moglie dal nome tedesco incredibilmente fuori luogo, dalle grinfie del proprietario terriero Calvin J. Candie. Ciononostante, non vuol dire che il film sia lineare, anzi: pur non essendoci il tipico parallelismo di sotto-trame, incasinamento della cronologia degli eventi che hanno caratterizzato film precedenti del regista, è un film decisamente poco lento e dal ritmo sostenuto. Oltre a ciò, non manca l'adorabile umorismo di bassa lega, come ad esempio maggiordomi neri che parlano male degli schiavi di colore, o maldestri membri del Ku-Klux Klan; ci sono anche dialoghi pungenti e memorabili, talvolta che sfociano nel surreale, e la violenza e le enormi quantità di sangue e cadaveri che ci si aspetta in un film del genere.
I personaggi sono monolitici e statici nella loro caratterizzazione, ma quando ci si ritrova con un cast di quelli che hanno i controcosidetti come Christoph Waltz, Leonardo DiCaprio (che nonostante il Titanic è un signor attore) o il sempiterno Samuel L. Motherfucker Jackson si può anche chiudere un occhio. Non che gli altri attori siano da meno, ma questi tre sono quelli che mi hanno colpito di più nella loro interpretazione.
Non è il mio film preferito di zio Quentin, però rimane comunque un suo film, quindi è figo a prescindere.
A domani con la posizione numero 4!
That is not dead which can eternal lie, and with strange aeons, even death may die.