EMPIREO, ULTIMA FRONTIERA
Inviato: 29 settembre 2012, 14:38
Bene, io porto la cultura tra gli umani, e loro mi snobbano Q_Q Questo è più breve e semplice, scritto col vostro stile, quindi dovreste apprezzarlo...
Il trasferimento dell’Elemento nel suo nuovo corpo si era appena concluso. Non aveva più braccia, o gambe: tutto era stato ridotto a una telecamera con altoparlante e una ruota. Non capiva dove si trovava; un attimo prima era vecchio e dolorante sul letto di morte, ora si ritrovava in un corpo insensibile, senza tutte le sensazioni che avevano caratterizzato la sua esistenza, sospeso nell’eternità.
Provò a muoversi nella stanza: una tinta grigia caratterizzava ogni cosa, il pavimento presumibilmente in acciaio, le pareti così alte da non riuscire a vedere il soffitto e tutte percorse da fasci di luce.
Sulla sua sinistra, delle persone in camice da scienziato stavano discutendo in termini incomprensibili; uno di essi si girò verso di lui:
Scienziato: Ehi, tu! Aspettami nel mio ufficio. Claus, mostragli dove si trova.
Uno degli uomini in camice lo condusse verso la porta in fondo alla stanza, oltre la quale aveva inizio (o fine) un lungo corridoio; quindi lo fece entrare alla trentatreesima porta a destra.
Anche questa stanza era tutta grigia, ma senza il minimo arredo, non c’era assolutamente niente se non le pareti; forse non c’era neanche l’aria, ma l’Elemento non poté dirlo poiché ora non aveva più bisogno di respirare.
Poco dopo entrò lo stesso uomo che prima aveva ordinato a Claus di scortarlo. Sì, indubbiamente era un uomo, ma il suo aspetto non aveva nulla di umano: aveva capelli corvini tutti incanutiti, un naso adunco dritto come una freccia, occhi d’un azzurro brillante che parevano due grotte, grasso come una botte e allampanato, giovane ma faceva sentire tutto il peso del tempo… insomma, impossibile farne un ritratto.
Scienziato: Benvenuto in “paradiso”. Il mio nome è Grejory, ma se per abitudine ti viene da chiamarmi “Dio”, non mi offenderò.
L’Elemento non capiva ancora ciò che stava accadendo.
Grejory: Ora ti spiegherò perché sei qui. Molti anni fa inventai un software in grado di replicare un intero universo. Al suo interno era possibile installare Elementi, cioè programmi più piccoli che si credono vivi, provano emozioni e possono compiere azioni autonome. Noi scienziati decidemmo quindi di usare il software per sperimentare in che modo si sarebbe evoluta la vita in circostanze diverse dalla nostra. Creammo perciò il vostro mondo, e gli Elementi più semplici iniziarono ad abitare i pianeti. Inizialmente, dovevano solamente incrociare a coppie il loro codice sorgente per permettere il miglioramento della loro “specie”, e poi venivano cancellati man mano per liberare spazio.
Elemento: è dunque questa la morte?
Grejory: Il nostro software aveva capacità immense per l’epoca, ma neanche i computer più moderni possono analizzare dati infiniti. Dopo un po’, i codici sorgente presenti da più tempo venivano cancellati, e tutta l’essenza degli Elementi finiva nel nulla. Noi abbiamo rispetto per la vita, ma voi non siete propriamente esistenti, ragion per cui ammettiamo di non provare nulla nell’eliminarvi, così come si passa un cancellino su una lavagna. Qualche tempo dopo l’inizio dell’esperimento, però, Claus mi parlò in privato dicendomi che alcuni elementi particolarmente evoluti avrebbero potuto contribuire anche all’evoluzione del nostro mondo, e non solo a quella dell’universo fittizio. Sorgeva però un problema: gli Elementi sono programmi in grado di prendere decisioni proprie, e non si poteva certo sapere come avrebbero reagito conoscendo la Verità. Decidemmo quindi di manifestarci nel software.
Elemento: Volete quindi insinuare che eravate voi scienziati il Salvatore?
Grejory: Noi siamo tutte le personalità che si sono presentate come Dio, o strettamente legate a esso. Abbiamo dimostrato di poter manipolare il codice dello stesso universo-software a nostro piacimento facendo cose impossibili agli Elementi; coloro che ci videro, in noi credettero e portarono al mondo la nostra Parola. Questo, però, non c’interessava: noi dovevamo verificare l’obbedienza, ciò che davvero cercavamo erano i programmi che ci avrebbero creduto senza prove. Vi abbiamo quindi dato delle regole: coloro che non hanno avuto fede in noi, non le hanno rispettate, e sono stati quindi cancellati.
Elemento: E chi invece le rispetta, viene portato qui, giusto?
Grejory: Non esattamente. Chi obbedisce a quelle regole accompagnate da storie così assurde senza avere la minima evidenza di ciò che si afferma, si dimostra un Elemento obbediente e facilmente controllabile, e che quindi può essere portato nel mondo reale. Il nostro scopo, però, è far evolvere questo mondo, non portargli via spazio, e quindi, oltre a essere governabile, quell’Elemento deve avere anche le capacità minime necessarie per aiutarci a progredire ulteriormente. E con te, ho mantenuto la mia promessa: vita eterna, in un corpo perfetto.
Elemento: E voi? Anche voi siete eterni?
Grejory: I nostri antenati erano proprio come voi Elementi, poiché siete stati creati a nostra immagine e somiglianza. Con il tempo, però, la nostra aspettativa di vita ha continuato ad aumentare e sono diversi millenni, ormai, che abbiamo vita eterna. Ciò nonostante, rimaniamo mortali, e possiamo quindi perdere la vita se il nostro organismo subisce danni ingenti. Per questa evenienza, comunque, stiamo tenendo degli esperimenti che, se tutto andrà come previsto, ci permetteranno di trasferire la nostra coscienza all’interno di un computer trasformandola in dati.
Elemento: Ma se siamo stati creati a vostra immagine, anche noi, prima o poi, raggiungeremo il livello tecnologico necessario ad avere vita eterna, e ciò causerà un sovraccarico di dati.
Grejory: Vedo che impari in fretta. Gli Elementi sono una nostra copia, ma l’universo del software è solo simile a quello in cui ti trovi ora. Come ho già detto, dovevamo verificare l’evoluzione della vita in base a diverse circostanze, e quindi la vostra velocità della vostra luce è minore della nostra, e vi manca pure qualche elemento da noi presente. È quindi possibile che non riuscirete a raggiungere il nostro stesso livello tecnologico; se ciò accadrà, saremo costretti a “forzare” la cancellazione degli Elementi modificando direttamente il codice sorgente dell’universo. Anche nel nostro mondo siamo stati costretti a uccidere le genti più vecchie, poiché stava finendo lo spazio vitale; se riusciremo a trasformare le coscienze in dati, però, anche questo problema sarà risolto.
Elemento (dopo un breve silenzio): Che ne è della mia famiglia?
Grejory: Ho controllato la tua genealogia prima di venire qua. Alcuni dei tuoi avi sono ancora operativi in questo mondo, ma nessuno di quelli che hai conosciuto in “vita” ha passato il test per ottenere la vita eterna.
Elemento (con rassegnazione): No…
Grejory: Ora che anche tu hai manifestazione nel mondo reale, comunque, potrai modificare il codice sorgente dell’universo come posso farlo io. Certo, dovrai comunque chiedere l’assistenza di uno degli addetti e avere il mio consenso, ma ti permetterò, se vorrai, di rendere migliore la vita dei tuoi cari per il tempo che gli abbiamo concesso.
L’Elemento tacque. Se avesse avuto ancora la faccia, questa sarebbe apparsa afflitta, senza speranza, delusa.
Grejory: Hai sempre dimostrato un grande interesse per la verità in vita; ora la conosci. Adesso devo tornare al mio lavoro, e tu farai il tuo, cioè pensare a come far evolvere il nostro mondo. Claus ti mostrerà la città.
Grejory uscì.
Quando Claus andò a prendere l’Elemento, questo era scomparso. In qualche modo, aveva trovato la strada da solo, poiché fu ritrovato fuori dallo stabile, mentre predicava lungo un marciapiede.
Elemento: Non facciamoci ingannare da ciò che ci raccontano! Questo è un purgatorio, una prova messaci davanti dal Signore per provare la nostra fede! Chi smette di credere è perduto!
Il trasferimento dell’Elemento nel suo nuovo corpo si era appena concluso. Non aveva più braccia, o gambe: tutto era stato ridotto a una telecamera con altoparlante e una ruota. Non capiva dove si trovava; un attimo prima era vecchio e dolorante sul letto di morte, ora si ritrovava in un corpo insensibile, senza tutte le sensazioni che avevano caratterizzato la sua esistenza, sospeso nell’eternità.
Provò a muoversi nella stanza: una tinta grigia caratterizzava ogni cosa, il pavimento presumibilmente in acciaio, le pareti così alte da non riuscire a vedere il soffitto e tutte percorse da fasci di luce.
Sulla sua sinistra, delle persone in camice da scienziato stavano discutendo in termini incomprensibili; uno di essi si girò verso di lui:
Scienziato: Ehi, tu! Aspettami nel mio ufficio. Claus, mostragli dove si trova.
Uno degli uomini in camice lo condusse verso la porta in fondo alla stanza, oltre la quale aveva inizio (o fine) un lungo corridoio; quindi lo fece entrare alla trentatreesima porta a destra.
Anche questa stanza era tutta grigia, ma senza il minimo arredo, non c’era assolutamente niente se non le pareti; forse non c’era neanche l’aria, ma l’Elemento non poté dirlo poiché ora non aveva più bisogno di respirare.
Poco dopo entrò lo stesso uomo che prima aveva ordinato a Claus di scortarlo. Sì, indubbiamente era un uomo, ma il suo aspetto non aveva nulla di umano: aveva capelli corvini tutti incanutiti, un naso adunco dritto come una freccia, occhi d’un azzurro brillante che parevano due grotte, grasso come una botte e allampanato, giovane ma faceva sentire tutto il peso del tempo… insomma, impossibile farne un ritratto.
Scienziato: Benvenuto in “paradiso”. Il mio nome è Grejory, ma se per abitudine ti viene da chiamarmi “Dio”, non mi offenderò.
L’Elemento non capiva ancora ciò che stava accadendo.
Grejory: Ora ti spiegherò perché sei qui. Molti anni fa inventai un software in grado di replicare un intero universo. Al suo interno era possibile installare Elementi, cioè programmi più piccoli che si credono vivi, provano emozioni e possono compiere azioni autonome. Noi scienziati decidemmo quindi di usare il software per sperimentare in che modo si sarebbe evoluta la vita in circostanze diverse dalla nostra. Creammo perciò il vostro mondo, e gli Elementi più semplici iniziarono ad abitare i pianeti. Inizialmente, dovevano solamente incrociare a coppie il loro codice sorgente per permettere il miglioramento della loro “specie”, e poi venivano cancellati man mano per liberare spazio.
Elemento: è dunque questa la morte?
Grejory: Il nostro software aveva capacità immense per l’epoca, ma neanche i computer più moderni possono analizzare dati infiniti. Dopo un po’, i codici sorgente presenti da più tempo venivano cancellati, e tutta l’essenza degli Elementi finiva nel nulla. Noi abbiamo rispetto per la vita, ma voi non siete propriamente esistenti, ragion per cui ammettiamo di non provare nulla nell’eliminarvi, così come si passa un cancellino su una lavagna. Qualche tempo dopo l’inizio dell’esperimento, però, Claus mi parlò in privato dicendomi che alcuni elementi particolarmente evoluti avrebbero potuto contribuire anche all’evoluzione del nostro mondo, e non solo a quella dell’universo fittizio. Sorgeva però un problema: gli Elementi sono programmi in grado di prendere decisioni proprie, e non si poteva certo sapere come avrebbero reagito conoscendo la Verità. Decidemmo quindi di manifestarci nel software.
Elemento: Volete quindi insinuare che eravate voi scienziati il Salvatore?
Grejory: Noi siamo tutte le personalità che si sono presentate come Dio, o strettamente legate a esso. Abbiamo dimostrato di poter manipolare il codice dello stesso universo-software a nostro piacimento facendo cose impossibili agli Elementi; coloro che ci videro, in noi credettero e portarono al mondo la nostra Parola. Questo, però, non c’interessava: noi dovevamo verificare l’obbedienza, ciò che davvero cercavamo erano i programmi che ci avrebbero creduto senza prove. Vi abbiamo quindi dato delle regole: coloro che non hanno avuto fede in noi, non le hanno rispettate, e sono stati quindi cancellati.
Elemento: E chi invece le rispetta, viene portato qui, giusto?
Grejory: Non esattamente. Chi obbedisce a quelle regole accompagnate da storie così assurde senza avere la minima evidenza di ciò che si afferma, si dimostra un Elemento obbediente e facilmente controllabile, e che quindi può essere portato nel mondo reale. Il nostro scopo, però, è far evolvere questo mondo, non portargli via spazio, e quindi, oltre a essere governabile, quell’Elemento deve avere anche le capacità minime necessarie per aiutarci a progredire ulteriormente. E con te, ho mantenuto la mia promessa: vita eterna, in un corpo perfetto.
Elemento: E voi? Anche voi siete eterni?
Grejory: I nostri antenati erano proprio come voi Elementi, poiché siete stati creati a nostra immagine e somiglianza. Con il tempo, però, la nostra aspettativa di vita ha continuato ad aumentare e sono diversi millenni, ormai, che abbiamo vita eterna. Ciò nonostante, rimaniamo mortali, e possiamo quindi perdere la vita se il nostro organismo subisce danni ingenti. Per questa evenienza, comunque, stiamo tenendo degli esperimenti che, se tutto andrà come previsto, ci permetteranno di trasferire la nostra coscienza all’interno di un computer trasformandola in dati.
Elemento: Ma se siamo stati creati a vostra immagine, anche noi, prima o poi, raggiungeremo il livello tecnologico necessario ad avere vita eterna, e ciò causerà un sovraccarico di dati.
Grejory: Vedo che impari in fretta. Gli Elementi sono una nostra copia, ma l’universo del software è solo simile a quello in cui ti trovi ora. Come ho già detto, dovevamo verificare l’evoluzione della vita in base a diverse circostanze, e quindi la vostra velocità della vostra luce è minore della nostra, e vi manca pure qualche elemento da noi presente. È quindi possibile che non riuscirete a raggiungere il nostro stesso livello tecnologico; se ciò accadrà, saremo costretti a “forzare” la cancellazione degli Elementi modificando direttamente il codice sorgente dell’universo. Anche nel nostro mondo siamo stati costretti a uccidere le genti più vecchie, poiché stava finendo lo spazio vitale; se riusciremo a trasformare le coscienze in dati, però, anche questo problema sarà risolto.
Elemento (dopo un breve silenzio): Che ne è della mia famiglia?
Grejory: Ho controllato la tua genealogia prima di venire qua. Alcuni dei tuoi avi sono ancora operativi in questo mondo, ma nessuno di quelli che hai conosciuto in “vita” ha passato il test per ottenere la vita eterna.
Elemento (con rassegnazione): No…
Grejory: Ora che anche tu hai manifestazione nel mondo reale, comunque, potrai modificare il codice sorgente dell’universo come posso farlo io. Certo, dovrai comunque chiedere l’assistenza di uno degli addetti e avere il mio consenso, ma ti permetterò, se vorrai, di rendere migliore la vita dei tuoi cari per il tempo che gli abbiamo concesso.
L’Elemento tacque. Se avesse avuto ancora la faccia, questa sarebbe apparsa afflitta, senza speranza, delusa.
Grejory: Hai sempre dimostrato un grande interesse per la verità in vita; ora la conosci. Adesso devo tornare al mio lavoro, e tu farai il tuo, cioè pensare a come far evolvere il nostro mondo. Claus ti mostrerà la città.
Grejory uscì.
Quando Claus andò a prendere l’Elemento, questo era scomparso. In qualche modo, aveva trovato la strada da solo, poiché fu ritrovato fuori dallo stabile, mentre predicava lungo un marciapiede.
Elemento: Non facciamoci ingannare da ciò che ci raccontano! Questo è un purgatorio, una prova messaci davanti dal Signore per provare la nostra fede! Chi smette di credere è perduto!