Recensione - Yuusha Yoshihiko To Maoh no Shiro
Inviato: 3 maggio 2015, 19:43
Cos’è questo progetto?
Grazie all’aiuto degli amici dell’Italian Sentai Subranger, comunità italiana dedita al fansub delle varie serie dei Super Sentai, abbiamo potuto dare il via ad una piccola collaborazione tra i nostri siti. Di volta in volta rilasceremo delle piccole recensioni di due serie da loro sottotitolate a tema videoludico, ci auguriamo possano essere di vostro gradimento!
Iniziamo quindi con la recensione di una di queste serie: Yuusha Yoshihiko To Maoh no Shiro, traducibile come Lo Yuusha Yoshihiko e il Castello del Maoh. Per la recensione di questa serie collaboraremo sia io che FlippoH cercando di poter instaurare un discorso il più completo possibile sia sotto gli aspetti tecnici e generali della serie!
Trama
Sono passati sei mesi da quando lo Yuusha* Teruhiko ha lasciato il villaggio Kaboy in cerca di una cura, l’erba miracolosa, necessaria per salvare il suo villaggio, ma non si sono avute più tracce di lui. Temendo il peggio, viene deciso di trovare qualcun altro in grado di prendere il suo posto, perciò tutti i giovani del villaggio vengono chiamati a raccolta: il sangue dell’eroe potrebbe nascondersi inconsciamente nelle vene di uno di loro. Nel tempio è riposta una spada sacra conficcata in una roccia: si narra che nessuno sia mai riuscito ad estrarla e che solo lo Yuusha sia in grado di farlo. Caso voglia che la spada cada da sola non appena venga a malapena sfiorata dal giovane Yoshihiko, il quale non è altri che il figlio dello stesso Teruhiko. Inizia così, più o meno involontariamente, il viaggio del nostro eroe che tra una peripezia e l’altra si imbatterà in importanti alleati i quali, per un motivo più discutibile dell’altro, rimarranno al suo fianco.
*= Yuusha, letteralmente “valoroso guerriero”. È il nome giapponese della classe esclusiva del protagonista, tradotta da nome come “Eroe”.
Già dalla prima puntata si nota subito come venga ricalcato molto lo stile dei primi giochi di ruolo per Famicom, in particolar modo Dragon Quest, da cui trae molta ispirazione. Un esempio è la prima battaglia del protagonista che funge più da tutorial al fine di familiarizzare con le meccaniche di gioco oppure l’incontro con quelli che tendono a comportarsi come generici NPC. Il tono dell’opera è molto scherzoso, parodizzando molti cliché che in un gioco normalmente tendono a passare inosservati o che sono comunque “passabili” o addirittura “normali”. Gli incontri con i vari personaggi sono molto stereotipati e portati all’assurdo, lasciando spessissimo lo spettatore spiazzato da azioni inaspettate che culminano in momenti che possono risultare esilaranti e privi di senso.
Essendo una parodia infatti viene enfatizzato molto questo lato: spesso e volentieri è come se i personaggi abbiano un compito di massima importanza che andrà assolutamente svolto: senza rimarrebbero come bloccati, non sarebbero in grado di proseguire la loro normale vita. Ed è proprio attraverso questi comportamenti poco flessibili che si esprime maggiormente l’ironia verso quelle situazioni così surreali così tanto comuni in molti giochi di ruolo di una volta. Vi è mai capitato di incontrare un personaggio che si presenta con uno di quei monologhi lunghissimi per poi sfidarvi in un duello ad ultimo sangue? Cosa succederebbe se voi decideste di girare i tacchi e lasciarlo lì mentre si sta perdendo nei suoi discorsi…? Il poveretto potrebbe rendersi conto troppo tardi di essere rimasto a parlare da solo oppure potrebbe seguirvi finché non vi deciderete ad ascoltare quello che ha da dire? Il mondo di Yuusha Yoshihiko To Maoh no Shiro è regolato da queste invisibili leggi che lo rendono molto più vicino ad un videogioco, piuttosto che ad un normale racconto fantasy medievale.
I riferimenti non si limitano comunque ai soli comportamenti dei personaggi, sotto questo aspetto la serie si prefissa di fungere anche come omaggio al materiale di riferimento, ad esempio gli stessi abiti indossati da Yoshihiko non sono altro che un chiaro omaggio al protagonista di Dragon Quest V per Super Nintendo. Il mondo che ci viene mostrato in questa prima puntata non lascia spazio ai classici cliché a cui siamo stati sempre abituati, anzi, anche i giochi di ruolo occidentali non vengono esclusi, pensiamo ad esempio alle magie, il cui utilizzo è precisamente lo stesso già visto nei più classici Dungeons & Dragons.
Una particolarità che si può fin da subito notare da questa prima puntata è il comportamento del protagonista, non sembra di avere a che fare con un personaggio guidato dal giocatore, ma di essere il giocatore stesso. Sicuramente vi sarà capitato nei GDR di reagire in modi diversi in determinate situazioni, ecco Yoshihiko fa la stessa cosa. Non è un protagonista muto, e pur cercando di mantenere fede al proprio personaggio riesce più volte ad essere la voce fuori dal coro. Anche le reazioni del personaggio in relazione agli eventi sono una più spettacolare dell'altra, sembra quasi che si senta continuamente mortificato da tutto quello che fa, e anche quello che non fa! Infine è abbastanza singolare il suo atteggiamento nei confronti degli altri membri del party, bene o male c'è chi vuole la sua testa, ma a lui non importa neppure tanto, l'importante è compiere la propria missione, insomma "se non puoi batterli portateli appresso".
La faccia signori, guardate la faccia per favore.
Ed insomma, dire che questa prima puntata ci abbia divertiti penso sia poco. Premettiamo fin da subito che non sapevamo neppure noi cosa aspettarci da questa serie, anche perché è la prima volta pure per noi. Le premesse sono buone, pur non rinunciando praticamente mai ad una sana dose di parodia. Sarà interessante vedere nelle prossime puntate come si evolveranno i protagonisti, e soprattutto se le sottotrame che si sono create rimarranno delle semplici gag, o porteranno a qualcosa di più nelle puntate successive.
Prima di concludere con la recensione di questo primo episodio, volevamo ringraziare gli I.S.S. per la loro traduzione. Come in tutti i loro altri lavori, possiamo assicurarvi che si tratta di traduzioni dirette dalla lingua originale all’italiano, ovvero non vi è un passaggio per traduzioni intermedie in inglese (come spesso accade con molti gruppi di fansub). Per quel poco che ci è concesso di capire di giapponese, attraverso quella piccola conoscenza maturata attraverso gli anime, possiamo permetterci di dire che è comunque ben fatta e rimane fedele sui toni utilizzati nella traduzione originale (non avendo mai studiato la lingua speriamo di non sbagliarci!).
Essendo ambientato in un villaggio rurale in puro stile medievale è facile trovare personaggi che mantengono un alto livello di formalità, anche all’interno dell’ambito familiare, come ad esempio accade con la sorella minore del protagonista. Abbiamo apprezzato che nell’adattamento si sia tenuto conto anche di questi dettagli che aiutano lo spettatore a comprendere il modo in cui i personaggi si relazionano tra loro.
Per concludere...
Che dire, se avete trovato interessante questa nostra recensione in tandem non posso fare altro che rimandarvi all’Italian Sentai Subranger dove potrete trovare le puntate della serie da loro sottotitolate sia in download e streaming. Noi vedremo di volta in volta di continuare questo nostro excursus nel mondo di Yuusha Yoshihiko To Maoh no Shiro, quindi continuate a seguirci, ne vedremo delle belle!
Grazie all’aiuto degli amici dell’Italian Sentai Subranger, comunità italiana dedita al fansub delle varie serie dei Super Sentai, abbiamo potuto dare il via ad una piccola collaborazione tra i nostri siti. Di volta in volta rilasceremo delle piccole recensioni di due serie da loro sottotitolate a tema videoludico, ci auguriamo possano essere di vostro gradimento!
Iniziamo quindi con la recensione di una di queste serie: Yuusha Yoshihiko To Maoh no Shiro, traducibile come Lo Yuusha Yoshihiko e il Castello del Maoh. Per la recensione di questa serie collaboraremo sia io che FlippoH cercando di poter instaurare un discorso il più completo possibile sia sotto gli aspetti tecnici e generali della serie!
Trama
Sono passati sei mesi da quando lo Yuusha* Teruhiko ha lasciato il villaggio Kaboy in cerca di una cura, l’erba miracolosa, necessaria per salvare il suo villaggio, ma non si sono avute più tracce di lui. Temendo il peggio, viene deciso di trovare qualcun altro in grado di prendere il suo posto, perciò tutti i giovani del villaggio vengono chiamati a raccolta: il sangue dell’eroe potrebbe nascondersi inconsciamente nelle vene di uno di loro. Nel tempio è riposta una spada sacra conficcata in una roccia: si narra che nessuno sia mai riuscito ad estrarla e che solo lo Yuusha sia in grado di farlo. Caso voglia che la spada cada da sola non appena venga a malapena sfiorata dal giovane Yoshihiko, il quale non è altri che il figlio dello stesso Teruhiko. Inizia così, più o meno involontariamente, il viaggio del nostro eroe che tra una peripezia e l’altra si imbatterà in importanti alleati i quali, per un motivo più discutibile dell’altro, rimarranno al suo fianco.
*= Yuusha, letteralmente “valoroso guerriero”. È il nome giapponese della classe esclusiva del protagonista, tradotta da nome come “Eroe”.
Xervils
Essendo una parodia infatti viene enfatizzato molto questo lato: spesso e volentieri è come se i personaggi abbiano un compito di massima importanza che andrà assolutamente svolto: senza rimarrebbero come bloccati, non sarebbero in grado di proseguire la loro normale vita. Ed è proprio attraverso questi comportamenti poco flessibili che si esprime maggiormente l’ironia verso quelle situazioni così surreali così tanto comuni in molti giochi di ruolo di una volta. Vi è mai capitato di incontrare un personaggio che si presenta con uno di quei monologhi lunghissimi per poi sfidarvi in un duello ad ultimo sangue? Cosa succederebbe se voi decideste di girare i tacchi e lasciarlo lì mentre si sta perdendo nei suoi discorsi…? Il poveretto potrebbe rendersi conto troppo tardi di essere rimasto a parlare da solo oppure potrebbe seguirvi finché non vi deciderete ad ascoltare quello che ha da dire? Il mondo di Yuusha Yoshihiko To Maoh no Shiro è regolato da queste invisibili leggi che lo rendono molto più vicino ad un videogioco, piuttosto che ad un normale racconto fantasy medievale.
FlippoH
Una particolarità che si può fin da subito notare da questa prima puntata è il comportamento del protagonista, non sembra di avere a che fare con un personaggio guidato dal giocatore, ma di essere il giocatore stesso. Sicuramente vi sarà capitato nei GDR di reagire in modi diversi in determinate situazioni, ecco Yoshihiko fa la stessa cosa. Non è un protagonista muto, e pur cercando di mantenere fede al proprio personaggio riesce più volte ad essere la voce fuori dal coro. Anche le reazioni del personaggio in relazione agli eventi sono una più spettacolare dell'altra, sembra quasi che si senta continuamente mortificato da tutto quello che fa, e anche quello che non fa! Infine è abbastanza singolare il suo atteggiamento nei confronti degli altri membri del party, bene o male c'è chi vuole la sua testa, ma a lui non importa neppure tanto, l'importante è compiere la propria missione, insomma "se non puoi batterli portateli appresso".
La faccia signori, guardate la faccia per favore.
Xervils
Essendo ambientato in un villaggio rurale in puro stile medievale è facile trovare personaggi che mantengono un alto livello di formalità, anche all’interno dell’ambito familiare, come ad esempio accade con la sorella minore del protagonista. Abbiamo apprezzato che nell’adattamento si sia tenuto conto anche di questi dettagli che aiutano lo spettatore a comprendere il modo in cui i personaggi si relazionano tra loro.
Per concludere...
Che dire, se avete trovato interessante questa nostra recensione in tandem non posso fare altro che rimandarvi all’Italian Sentai Subranger dove potrete trovare le puntate della serie da loro sottotitolate sia in download e streaming. Noi vedremo di volta in volta di continuare questo nostro excursus nel mondo di Yuusha Yoshihiko To Maoh no Shiro, quindi continuate a seguirci, ne vedremo delle belle!