Oggi è il "Pokémon Day" per eccellenza: la serie compie 20 anni, e per festeggiare Pokémon Versione Blu, Rossa e Gialla sbarcano finalmente in Virtual Console! C'è chi si augura che siano rimasti intatti come nelle versioni originali, chi invece preferirebbe vedere risolti glitch e sviste. Nella recensione risolviamo questi quesiti, ma raccontiamo anche che cos'è Pokémon per chi è nuovo alla serie e pensa di iniziare proprio ora.
È una recensione... in 3 versioni, ciascuna da un punto di vista differente. Soffiate sulla cartuccia e partite dalla versione Blu! (O dalla Rossa. O dalla Gialla. Chi sono per comandarvi.)
È una recensione... in 3 versioni, ciascuna da un punto di vista differente. Soffiate sulla cartuccia e partite dalla versione Blu! (O dalla Rossa. O dalla Gialla. Chi sono per comandarvi.)
Recensione Blu (di Stormkyleis)
Per chi come me è cresciuto a pane e Pokémon, tornare su Rosso/Blu/Giallo non può che essere una full immersion di nostalgia. Ricordo nitidamente i primi passi mossi a Biancavilla, la scoperta dell'enorme Smeraldopoli (a 6 anni mi sembrava una metropoli, ok?) e la crescita del mio primo Squirtle. Sorprendentemente, tornarci dopo tanti anni non ha deluso le mie aspettative, tutt'altro: Rosso, Blu e Giallo rimangono piccole gemme leggere e piacevoli da giocare.
L'accessibilità delle meccaniche di gioco è ciò che rende questi giochi davvero speciali. Non fate l'errore di sottovalutarne la profondità: decine di Pokémon da catturare e schierare, altrettante mosse tra cui scegliere, una variante della morra cinese per determinare vantaggi e svantaggi dei tipi, statistiche segrete che influenzano da dietro le quinte la crescita dei mostri tascabili. L'arma segreta di questa serie è l'abilità - non affatto scontata - di far apparire tutto ciò semplice. Un bambino può essere campione senza mai guardare le statistiche. Può semplicemente scegliere un Pokémon dall'aspetto figo e trascinarlo in Sala d'Onore. Al tempo stesso un appassionato può perdersi tra calcoli di EV e allenamenti interminabili, e vedere il frutto del suo impegno sul campo di battaglia. La storia non pone mai grandi ostacoli, ma è nel multiplayer che Pokémon brilla davvero (sia nel competitivo, sia nell'aspetto sociale di sfide e scambi tra amici).
Ma non è un gioco perfetto, specialmente in questa prima incarnazione. Tornare a Kanto ha fatto riaffiorare qualche ricordo negativo che gli "occhiali della nostalgia" avevano offuscato. Il bilanciamento dei tipi è estremamente grezzo (che vi hanno fatto di male di preciso i draghi?), la difficoltà parte tosta e tende a calare col progredire nell'avventura, e ci sono davvero un mucchio di glitch e sviste varie. Le città che da piccolo sembravano metropoli sono effettivamente... due case e un laboratorio...?
Ai glitch, in particolare, voglio dedicare un paragrafo a parte. Una delle domande più frequenti era "ma se il multiplayer è cambiato, avranno patchato anche gli errori?". Risposta: No. Il gioco è stato preservato nella sua interezza, nel bene e nel male, così per come l'abbiamo conosciuto nell'edizione italiana del 1999. Giusto, per quanto mi riguarda: i glitch della prima generazione sono così iconici e famosi che sarebbe un peccato non poter acchiappare un Mew a Celestopoli o ribaltare come un calzino la Zona Safari. Non ho avuto il piacere di vedere di persona MissingNo, ma tutto sembra davvero al suo posto.
Anche il casinò è stato preservato con l'aggiunta di un PEGI 12 e avviso del gioco d'azzardo. Sì, dico davvero, è 12+.
Rosso, Blu e Giallo sono pietre miliari dei videogiochi. Sono sì, provati dal tempo, ma ancora divertenti e stimolanti sia per i nostalgici, sia (mi auguro) per coloro che nel 1999 vivevano sotto un sasso e sono curiosi di scoprire cosa si sono persi. La storia è estremamente semplice (sfiora occasionalmente temi maturi, ma con personaggi e dialoghi davvero infantili), l'adattamento italiano non proprio il picco di qualità Nintendo. Si sente la mancanza del salvataggio rapido, ma il collegamento wireless è un'aggiunta importante. Versione Virtual Console promossa per quanto mi riguarda.
1) Il comparto tecnico/artistico, a vederlo oggi, è invecchiato parecchio: i movimenti in particolare li ho trovati macchinosi, mentre l'interfaccia è abbastanza grezza. Buona parte di tutto questo è chiaramente giustificata dalle limitazioni hardware del tempo.
2) Pur non conoscendo bene la serie ho riconosciuto immediatamente diverse musiche iconiche, come il tema di Biancavilla e quello del Centro Pokémon. Piuttosto, mi ha fatto storcere il naso (o meglio, le orecchie) la tecnica con cui sono state realizzate. Ogni traccia ha sonorità simili e note costanti che dopo un po' mi stancano, al punto da dover abbassare il volume ogni tanto! A parte questo, è davvero notevole il fatto che molte di queste musiche siano diventate uno stemma della serie.
3) Il sound design è notevole - ne è prova il fatto che anche in questo caso molti effetti sonori siano sopravvissuti nei capitoli moderni. Quello che mi ha sempre colpito è la quantità di versi unici: ogni Pokémon (o quasi, in realtà) ha il suo urlo di battaglia rigorosamente a 8 bit. Credo che ci sia voluta molta creatività per inventare quei suoni e trasporli sul chip audio del Game Boy.
4) Tutto sommato, credo di aver sottovalutato il gioco. Allenare i Pokémon è sempre divertente e, vuoi perché gli RPG mi sono sempre piaciuti, vuoi per la semplicità (apparente) del sistema di combattimento, non ho trovato seccante combattere nemici nell’erba alta per migliorare le statistiche del Nidoran raccattato al livello 3.
5) Gary Oak è antipatico. Conoscendo già il suo carattere, ho deciso di chiamarlo PIPPO per rendere tutto un po’ più divertente.
Queste sono le mie prime impressioni a caldo su Pokémon Rosso, che continuerò sicuramente. Non so se lo consiglierei a qualcuno che non ha mai giocato a un titolo della serie, specialmente a un prezzo di 10 euro - piuttosto sarebbe meglio recuperare un capitolo più recente e, casomai, spendere qualcosa in più.
Certo comunque non è esente da difetti che possono rendere il gioco più lento e frustrante. Per esempio, prima di mettere mano su un Repellente bisogna arrivare a Celestopoli, e prima di questa città c'è il Monte Luna, un'enorme montagna stracolma di Zubat e allenatori. Un'altra falla è Brock, il primo capopalestra. Usa Pokémon di tipo roccia e gli unici Pokémon selvatici disponibili fino a questo punto sono di tipo normale, volante o coleottero. L'inizio del gioco quindi è terribilmente sbilanciato per il giocatore, specie considerando che l'unico starter a disposizione in Pokémon Giallo è Pikachu, inefficace contro i Pokémon di Brock perché sono anche di tipo terra. Forse è solo una mia impressione, ma mi pare che il sonoro in alcuni punti arrivi leggermente in ritardo rispetto agli input che davo al gioco. Non so se è un problema legato al gioco, o all'emulazione, e se sono io a sognarmi le cose.
Riguardo la localizzazione in italiano, mi spiace dover scoprire, dopo tutti questi anni, quanto effettivamente sia fatta male, considerando che da piccolo non notavo nessun errore grammaticale. Moltissimi dialoghi hanno quasi una traduzione letterale, si è raggiunto l'apice quando mi è capitato di leggere un "qual'è".
Tutto sommato, forse 10€ è un prezzo un po' alto. Mi sento comunque di consigliare questo titolo a chi è veramente affezionato ai giochi vecchi di questa serie, per rivivere quei magici momenti che in molti hanno vissuto da piccoli, oppure a chi non ha mai potuto giocarli, per poter provare qualcosa di "nuovo" rispetto agli standard che abbiamo oggi in un gioco di Pokémon. Le meccaniche sono così semplici e leggere da non rendere il gioco pesante o noioso, anzi, a mio parere è quel che ci vuole dopo giochi come X/Y o OR/AS, i quali hanno avuto spesso momenti estremamente lenti.
L'accessibilità delle meccaniche di gioco è ciò che rende questi giochi davvero speciali. Non fate l'errore di sottovalutarne la profondità: decine di Pokémon da catturare e schierare, altrettante mosse tra cui scegliere, una variante della morra cinese per determinare vantaggi e svantaggi dei tipi, statistiche segrete che influenzano da dietro le quinte la crescita dei mostri tascabili. L'arma segreta di questa serie è l'abilità - non affatto scontata - di far apparire tutto ciò semplice. Un bambino può essere campione senza mai guardare le statistiche. Può semplicemente scegliere un Pokémon dall'aspetto figo e trascinarlo in Sala d'Onore. Al tempo stesso un appassionato può perdersi tra calcoli di EV e allenamenti interminabili, e vedere il frutto del suo impegno sul campo di battaglia. La storia non pone mai grandi ostacoli, ma è nel multiplayer che Pokémon brilla davvero (sia nel competitivo, sia nell'aspetto sociale di sfide e scambi tra amici).
Ma non è un gioco perfetto, specialmente in questa prima incarnazione. Tornare a Kanto ha fatto riaffiorare qualche ricordo negativo che gli "occhiali della nostalgia" avevano offuscato. Il bilanciamento dei tipi è estremamente grezzo (che vi hanno fatto di male di preciso i draghi?), la difficoltà parte tosta e tende a calare col progredire nell'avventura, e ci sono davvero un mucchio di glitch e sviste varie. Le città che da piccolo sembravano metropoli sono effettivamente... due case e un laboratorio...?
Ai glitch, in particolare, voglio dedicare un paragrafo a parte. Una delle domande più frequenti era "ma se il multiplayer è cambiato, avranno patchato anche gli errori?". Risposta: No. Il gioco è stato preservato nella sua interezza, nel bene e nel male, così per come l'abbiamo conosciuto nell'edizione italiana del 1999. Giusto, per quanto mi riguarda: i glitch della prima generazione sono così iconici e famosi che sarebbe un peccato non poter acchiappare un Mew a Celestopoli o ribaltare come un calzino la Zona Safari. Non ho avuto il piacere di vedere di persona MissingNo, ma tutto sembra davvero al suo posto.
Anche il casinò è stato preservato con l'aggiunta di un PEGI 12 e avviso del gioco d'azzardo. Sì, dico davvero, è 12+.
Rosso, Blu e Giallo sono pietre miliari dei videogiochi. Sono sì, provati dal tempo, ma ancora divertenti e stimolanti sia per i nostalgici, sia (mi auguro) per coloro che nel 1999 vivevano sotto un sasso e sono curiosi di scoprire cosa si sono persi. La storia è estremamente semplice (sfiora occasionalmente temi maturi, ma con personaggi e dialoghi davvero infantili), l'adattamento italiano non proprio il picco di qualità Nintendo. Si sente la mancanza del salvataggio rapido, ma il collegamento wireless è un'aggiunta importante. Versione Virtual Console promossa per quanto mi riguarda.
Recensione Rossa (di Red&Green)
Premetto di non essere mai stato un grande fan della serie, né tantomeno un giocatore incallito su Game Boy. La prima impressione che ho avuto su Pokémon Rosso, quindi, non è stata particolarmente buona: sono abituato all'estetica dei Pokémon moderni e quei tile così piccoli e scoloriti non mi invitavano particolarmente a giocarci. Avendone l’occasione, però, ho deciso di provarlo - ecco una serie di considerazioni che mi sono saltate in mente:1) Il comparto tecnico/artistico, a vederlo oggi, è invecchiato parecchio: i movimenti in particolare li ho trovati macchinosi, mentre l'interfaccia è abbastanza grezza. Buona parte di tutto questo è chiaramente giustificata dalle limitazioni hardware del tempo.
2) Pur non conoscendo bene la serie ho riconosciuto immediatamente diverse musiche iconiche, come il tema di Biancavilla e quello del Centro Pokémon. Piuttosto, mi ha fatto storcere il naso (o meglio, le orecchie) la tecnica con cui sono state realizzate. Ogni traccia ha sonorità simili e note costanti che dopo un po' mi stancano, al punto da dover abbassare il volume ogni tanto! A parte questo, è davvero notevole il fatto che molte di queste musiche siano diventate uno stemma della serie.
3) Il sound design è notevole - ne è prova il fatto che anche in questo caso molti effetti sonori siano sopravvissuti nei capitoli moderni. Quello che mi ha sempre colpito è la quantità di versi unici: ogni Pokémon (o quasi, in realtà) ha il suo urlo di battaglia rigorosamente a 8 bit. Credo che ci sia voluta molta creatività per inventare quei suoni e trasporli sul chip audio del Game Boy.
4) Tutto sommato, credo di aver sottovalutato il gioco. Allenare i Pokémon è sempre divertente e, vuoi perché gli RPG mi sono sempre piaciuti, vuoi per la semplicità (apparente) del sistema di combattimento, non ho trovato seccante combattere nemici nell’erba alta per migliorare le statistiche del Nidoran raccattato al livello 3.
5) Gary Oak è antipatico. Conoscendo già il suo carattere, ho deciso di chiamarlo PIPPO per rendere tutto un po’ più divertente.
Queste sono le mie prime impressioni a caldo su Pokémon Rosso, che continuerò sicuramente. Non so se lo consiglierei a qualcuno che non ha mai giocato a un titolo della serie, specialmente a un prezzo di 10 euro - piuttosto sarebbe meglio recuperare un capitolo più recente e, casomai, spendere qualcosa in più.
Recensione Gialla (di Zackee)
Ormai con la serie di Pokémon siamo abituati ad avere un inizio esageratamente lungo. Presentazione dei personaggi e del/dei rivale/i, filmati lunghissimi che introducono la storia, un mucchio di tutorial per imparare a giocare, e così via. Con Pokémon Giallo mi aspettavo di annoiarmi, e invece con mia enorme sorpresa mi sono divertito un sacco per via di quanto fossero leggere le meccaniche rispetto ai giochi più recenti. Prima di poter catturare i Pokémon passano pochi minuti di gioco, i luoghi da esplorare non sono troppo grandi e quindi non vedo una grande pecca non poter correre, l'animazione quando si tenta di catturare un Pokémon è molto più veloce.Certo comunque non è esente da difetti che possono rendere il gioco più lento e frustrante. Per esempio, prima di mettere mano su un Repellente bisogna arrivare a Celestopoli, e prima di questa città c'è il Monte Luna, un'enorme montagna stracolma di Zubat e allenatori. Un'altra falla è Brock, il primo capopalestra. Usa Pokémon di tipo roccia e gli unici Pokémon selvatici disponibili fino a questo punto sono di tipo normale, volante o coleottero. L'inizio del gioco quindi è terribilmente sbilanciato per il giocatore, specie considerando che l'unico starter a disposizione in Pokémon Giallo è Pikachu, inefficace contro i Pokémon di Brock perché sono anche di tipo terra. Forse è solo una mia impressione, ma mi pare che il sonoro in alcuni punti arrivi leggermente in ritardo rispetto agli input che davo al gioco. Non so se è un problema legato al gioco, o all'emulazione, e se sono io a sognarmi le cose.
Riguardo la localizzazione in italiano, mi spiace dover scoprire, dopo tutti questi anni, quanto effettivamente sia fatta male, considerando che da piccolo non notavo nessun errore grammaticale. Moltissimi dialoghi hanno quasi una traduzione letterale, si è raggiunto l'apice quando mi è capitato di leggere un "qual'è".
Tutto sommato, forse 10€ è un prezzo un po' alto. Mi sento comunque di consigliare questo titolo a chi è veramente affezionato ai giochi vecchi di questa serie, per rivivere quei magici momenti che in molti hanno vissuto da piccoli, oppure a chi non ha mai potuto giocarli, per poter provare qualcosa di "nuovo" rispetto agli standard che abbiamo oggi in un gioco di Pokémon. Le meccaniche sono così semplici e leggere da non rendere il gioco pesante o noioso, anzi, a mio parere è quel che ci vuole dopo giochi come X/Y o OR/AS, i quali hanno avuto spesso momenti estremamente lenti.