Recensioni Random: Tomb Raider: The Last Revelation

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    Ed eccoci finalmente al quarto capitolo! Tomb Raider: The Last Revelation, a volte anche detto Tomb Raider IV: The Last Revelation. Da dove iniziare per parlare di questo capitolo? Direi di poter dire che Tomb Raider IV riporta Lara alle sue radici... in tutti i sensi.

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    Lara ama ispezionare... ma non essere ispezionata, amico. Guardala negli occhi, è meglio.
    Anno di uscita: 1999
    Piattaforme originali: Windows, PlayStation, Sega Dreamcast
    Port successivi: Mac, PlayStation Network (PS3 e PSP), Steam


    La prima cosa che si nota è la sparizione del menu "ad anello" che aveva caratterizzato i capitoli precedenti, qui il menu principale somiglia a quello di ogni altro gioco, e l'inventario in-game è un'unica striscia che contiene tutti gli oggetti e le opzioni per salvare e caricare il gioco, a dire il vero un po' scomoda. Ma guardatemi, sto già parlando del gameplay senza nemmeno aver menzionato la trama!

    Dicevo, nel menu principale si nota anche la scomparsa della "Casa di Lara" (o, nei giochi nuovi, "Villa Croft"), che in questo gioco non appare proprio. Di conseguenza il tutorial non è più un livello opzionale staccato dal resto del gioco, ma consiste nei primi due livelli dello stesso. I suddetti livelli iniziali si svolgono ad Angkor Wat, Cambogia, nel 1984, dove una Lara sedicenne (fate un po' i conti) impara le basi del mestiere dal suo mentore Werner von Croy.

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    E in questi livelli il modello di Lara è diverso, con le lentiggini e le treccine... kawaii desu!
    Von Croy appare anche nella storia principale del gioco, che (attenzione) è interamente ambientata in Egitto. Ebbene si, in Tomb Raider IV non c'è piu quel feeling da "giro del mondo" dei primi tre capitoli. Come funziona la cosa?

    Molto bene, direi. Mantenere un'unica ambientazione ha permesso agli sviluppatori di sviscerare al massimo ogni aspetto di questo Paese. Nei primi livelli, durante l'esplorazione dell'ennesimo tempio perduto, Lara risveglia accidentalmente il casinista dio Seth, e ora tocca a lei recuperare l'armatura sacra di Horus, l'unico dio in grado di tenere testa a Seth e a fermare la sua opera di distruzione. Per farlo, attraverseremo una vasta gamma di ambientazioni egiziane: dai giri in jeep nella Valle dei Re, all'esplorazione dei templi greci di Alessandria, a un'incursione notturna in moto ad al-Qarafa, la città dei morti del Cairo, alla scalata delle piramidi di Giza. Si potrebbe pensare che ambientare tutto il gioco in Egitto lo renda noioso, ma in realtà le varie ambientazioni sono molto diverse tra di loro.

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    Il monkey swing ritorna più in forma che mai!

    Tomb Raider IV è uno dei giochi più lunghi della serie, e conta ben 35 livelli (36 se si conta il Times Exclusive Level, un DLC ante-litteram sviluppato in collaborazione col quotidiano Times ed ambientato nella tomba di Tutankhamon; la versione Steam a cui ho giocato non ce l'ha quindi non ne parlerò). Nonostante ciò, i livelli sono tra i più corti della saga. Non è proprio giusto dividere il gioco in livelli quanto in ambientazioni (quelle che ho elencato poco fa), visto che i livelli non sono più del tutto lineari, e spesso è richiesto backtracking tra un livello e l'altro. L'ambientazione che mi è piaciuta di meno? Il Cairo, visto che è ambientata di notte ed è piena di nemici armati e altre cose realistiche (quindi mi ricorda il non tanto apprezzato Tomb Raider III). La mia preferita? Senza dubbio Alessandria, anche se un po' disorientante all'inizio, ha un tema ellenico che funge da "stacco" rispetto al resto del gioco, e i puzzle sono i migliori di tutta la serie (finora).

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    Cioè, guardate che atmosfera...

    I puzzle, già. I puzzle di questo gioco mi sono piaciuti un vero casino: sono penso tra i più intelligenti (non nel senso di "inutilmente complicati", attenzione) della serie. Ad esempio? Che ne dite di una partita di senet (gli scacchi egiziani) contro lo spirito di un tempio, oppure ricreare il sistema solare tolemaico all'interno della Biblioteca di Alessandria? Certo, la soluzione di quest'ultimo puzzle è nascosta da qualche parte nelle sale della biblioteca, ma vuoi mettere la soddisfazione di usare finalmente quelle tre robe imparate al liceo?

    Un'altra variazione interessante sono i segreti. Che Tomb Raider sarebbe senza segreti? Sarebbe Angel of Darkness, ovvio! Ahahaha! Scusate. Dicevo, qui i segreti seguono nuovamente la formula del primo e del terzo gioco (numero variabile per livello, e consistono in oggetti normali), ma una cosa che mi ha fatto piacere è che qui molti segreti sono delle vere e proprie stanze nascoste, anziché delle intercapedini contenenti solo qualche oggetto.

    Il gameplay (a parte il Cairo) sembra ritornare alla formula che aveva reso il primo gioco cosi efficace: il tomb raiding. Lara è nuovamente sola all'esplorazione delle rovine: niente nemici umani, solo i puzzle, le trappole antiche e qualche occasionale nemico non-morto... a parte il Cairo.

    Ah già, i nemici. Questo gioco ha in generale meno nemici rispetto agli altri (a parte il Cairo con le sue micidiali torrette affaffine), e appaiono varie volte dei nemici non-morti: mummie, scheletri... questi nemici possono essere debellati solo grazie ad armi esplosive (di cui fortunatamente il gioco non è privo), ma ogni tanto appaiono dei boss che sono davvero invulnerabili. La cosa è abbastanza frustrante: sprecare munizioni su un nemico per poi capire che non lo si può uccidere in alcun modo. Senza parlare poi di quei nemici che sarebbero vulnerabili, ma ormai sei cosi abituato ai nemici immortali che invece di affrontarli corri per l'arena raccogliendo gli eventuali oggetti necessari per finire il livello. E mi duole dire che anche il boss finale rientra in questa categoria: immortale, bisogna solo scappare dalla battaglia ed evitare i suoi proiettili (almeno non sono one-hit-kill).

    Direi che, con The Last Revelation, per la prima volta da quando sto recuperando i Tomb Raider, ho avuto l'impressione di giocare un gioco diverso. Sarà il netto miglioramento estetico, la somma di tutti i piccoli cambiamenti grafici, quello che volete, ma il secondo e il terzo gioco sembravano continuazioni dirette del primo, e condividevano molte cose a livello di interfaccia, questo invece sembra una naturale evoluzione... la cosa mi commuove un po'.

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    Che hai da ridere, tu? Sniff...

    E concludiamo la recensione random con un paio di lamentele a casaccio, che non fanno mai male! Numero uno: non appare più a schermo il numero di munizioni rimaste per le varie armi, tu la selezioni e devi andare alla cieca sperando che ti bastino le pallottole (le munizioni pistole sono nuovamente illimitate). La cosa è fastidiosa e non ha senso. Male. Seconda cosa: le corde. Una delle nuove mosse di questo gioco è la possibilità di aggrapparsi e dondolarsi alle corde pendenti dal soffitto. Posso dire che se ne faceva volentieri a meno? I controlli una volta appesi alla corda sono scomodi come pochi, Lara a volte può calarsi lungo la corda a volte no, a volte può spingersi con le gambe a volte no, a volte può saltare giù a volte no. A volte questo salto basta a raggiungere l'obiettivo a volte neanche lontanamente, se la corda dondola anche solo leggermente tutta la traiettoria del dondolio creato dal giocatore è sminchiata. Brutte cose insomma.

    E poi alcuni nemici: gli elementali sono come dei piccoli spiriti che appena liberati volano in giro e colpiscono Lara di continuo. Appena appaiono il sense of wonder va a farsi friggere croccante con limone e salsa di soia (sto scrivendo queste parole alle 12.45, abbiate pazienza), poiché ci si trova costretti a correre come pazzi per la stanza in cerca di qualcosa per sconfiggere lo spirito. Altri nemici fastidiosi sono gli insetti: dagli sciami di locuste che appaiono a casaccio, agli scarabei che mangiano i piedi di Lara e la seguono dappertutto e non si possono sconfiggere in nessun modo nella vita, a delle specie di orride cimici giganti (asiatiche?) venute dagl'Inferi che svolazzano come pazze, richiedono un sacco di danni per morire e sono pure forti.

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    Meno male che ci sei tu, biblioteca di Alessandria

    Un'altra piccola modifica: i cadaveri dei nemici ora svaniscono nel nulla dopo un po' invece di rimanere là per sempre. Ai posteri l'ardua sentenza: è più credibile un cadavere che sparisce o uno che rimane là ma è immateriale e ci si può camminare attraverso? (ovviamente quest'ultima cosa è necessaria, perché metti che un cadavere solido cada davanti a una porta, tapperebbe la strada e non si potrebbe più entrare).

    In cunclusione, consiglio 'sto gioco? Ma assolutamente si, che domande. A differenza del terzo capitolo è adatto anche ai novizi, e le migliorie grafiche sono notevolissime. Gli appioppo un bel 8,5/10. Tomb Raider IV è praticamente il primo gioco sotto steroidi. Quel punticino e mezzo se lo portano via l'ambientazione unica e gli altri piccoli difetti di cui ho parlato. Bene, questo è quanto per The Last Revelation, stay tuned per l'ultimo dei giochi classici: Tomb Raider Chronicles!
    SPOILER | Mostra
    Non ne ho parlato nelle prime tre recensioni, ne approfitto e lo dico adesso. I primi quattro Tomb Raider avevano come questo dei DLC ante-litteram, sì, insomma, delle espansioni. Il primo aveva Unfinished Business, in cui Lara torna in luoghi già esplorati per recuperare alcuni tesori; nel secondo c'era Golden Mask, dove la nostra eroina è in Islanda (o un posto freddo del genere) in cerca di una maschera dorata inuit;
    e nel terzo The Lost Artifact, dove uno degli antagonisti di Tomb Raider III torna alla riscossa alla ricerca di un quinto misterioso pezzo del meteorite. Il quarto come ho detto aveva Times Exclusive.
    Per quanto ne so questi livelli sono usciti solo nella versione PC dei vari giochi, e non appaiono nella versione console né tantomeno Steam (però sulla versione GOG a quanto ho capito dovrebbe esserci il Times Exclusive susu
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    È stato il mio primo Tomb Raider in assoluto, troppi ricordi zmog
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