Anno di uscita: 2007
Piattaforme originali: Windows, PlayStation 2, PSP, Xbox 360, Wii
Port successivi: Mac OS X, PS3 (nel multidisco Tomb Raider Trilogy), Steam
Prima di cominciare la recensione random di oggi, vorrei raccontarvi un po’ di storia: ovvero il secondo e probabilmente ultimo capitolo del “Grande Drama di Tomb Raider”.
Come saprete, Tomb Raider Anniversary, il secondo capitolo della prima trilogia creata dalla Crystal Dynamics, è un remake del primo Tomb Raider, uscito 11 anni prima. Ma forse non tutti sanno che… questo non è il primo tentativo di realizzare un remake di Tomb Raider 1! E il tentativo originale risale al 2004, e da parte nientemeno che della Core Design, gli autori della serie classica.
Subito dopo il floppissimo di Angel of Darkness, e contemporaneamente allo sviluppo di Legend, i veterani della Core pensano bene di tentare una rivalsa, realizzando un remake del loro primo capolavoro approfittando del decimo anniversario dietro l’angolo. Il prototipo che ne deriva è chiamato “Tomb Raider: 10th Anniversary Edition”, ed è pensato per PC, PS2 E PSP. La Core presenta alla Eidos un trailer, che sarebbe rimasto segreto non fosse leakato in rete pochi anni dopo. La Eidos inizialmente approva l’idea, e la Core lavora al suo remake per circa 9 mesi, finché nel giugno 2006 non viene cancellato definitivamente, con grande rammarico degli sviluppatori. I motivi non sono noti. Forse non volevano due compagnie diverse che lavorassero indipendentemente a una delle loro serie di punta? Forse la Core era nel frattempo stata acquisita dalla Rebellion, e alla Eidos non andava bene che una compagnia rivale creasse un gioco per loro? Chissà.
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What could have been
Com’è, come non è, nel 2007 esce Tomb Raider Anniversary su varie console. E quando si deve recensire un remake c’è sempre un po’ di conflitto: devo giudicarlo come remake o solo come gioco a se stante? Per citare un tizio: “Potrei fare la seconda, ma non funzionerebbe, perché ci sarà sempre una parte di me che ama o odia certe cose per come ricreano lo spirito dell’originale”. Per me Tomb Raider 1 non porta ricordi nostalgici d’infanzia, solo nostalgia per il primo gioco di un’ottima serie, quindi direi che sono nella posizione giusta.
Anzitutto, voi tutti Nintendari che mi leggete, dimenticate i remake come li fa Nintendo, cioè ricopiando tuttissimo fino all’ultima battuta di dialogo. Qui la Crystal ha ricominciato tutto daccapo. I livelli sono rifatti da zero, alcuni sono estremamente modificati o addirittura fusi insieme. Partiamo come al solito dalla trama.
Nella nuova timeline della trilogia Crystal, questo gioco si svolge prima di Legend: Lara è ancora piuttosto inesperta e non pratica di omicidi. Viene nuovamente contattata dall’ambigua Jacqueline Natla, che in questa versione sembra Michael Jackson, ma il look le sta benissimo. E ancora una volta seguiremo Lara in giro per Perù, Grecia, Egitto e (OMISSIS) alla ricerca dei magici artefatti Scion.
E finalmente degli screenshot dalla mia vera partita!
La storia quindi è la medesima, ma quello che colpisce è il level design. Già dal primo livello si nota come i designer (tra i quali ci sono anche alcuni degli originali) avevano ben presente cosa funzionava dell’originale e avevano a cuore il far rivivere i livelli a cui molti erano affezionati, mescolandoli con il gameplay arrampicoso e rampinoso che caratterizzava la nuova gestione della serie. In effetti è più realistico che Lara si arrampichi sulle pareti e usi una corda, piuttosto che usi dei blocchi cubici comodamente posizionati nei posti utili. E capire come affrontare le sezioni di arrampicata è di certo un grattacapo interess. In una zona che magari nell’originale avrei liquidato con una serie di salti imparati a memoria, qui devo osservare attentamente tutti i dintorni per capire la strada da prendere. Più di una volta mi è capitato di osservare piattaforme e sporgenze alla rovescia, partendo dall’arrivo e ricostruendo a ritroso il percorso da fare.
I controlli sono simili a quelli di Legend, e a parte la telecamera un po’ spastica, che nella versione PC è controllata dal mouse, sono piuttosto comodi. Si capisce giocandoci quanto limitanti fossero i controlli tank “frecce-only” della serie classica. A questo punto vorrei citare brevemente la versione Wii del gioco. Non ci ho giocato, purtroppo, ma a quanto sembra è uno dei pochi giochi multipiattaforma che si degna di sfruttare l’innovativo sistema di controllo del bianco monolite Nintendo. Ci sono dei puzzle nuovi e perfino dei segreti aggiuntivi da sbloccare dondolando il Wiimote, usando torcia, piccozza e pennello. Stupido? No, sono la cosa più simile a vera archeologia.
La grafica di questo nuovo remake è più che rispettosa, anche se devo dire che a dispetto del motore grafico, esteticamente era più bello il primo. Semplicemente per l’uso dei colori che crea molta più atmosfera e fa sentire ogni ambientazione diversa dalle altre. Ad esempio, in Egitto, dove nell’originale le pareti erano piene di decorazioni, geroglifici e colori, qui abbiamo un look grigio e polveroso alla next-gen. Ma non mi lamento perché, a parte quello, l’Egitto è la porzione meglio rifatta.
Altro aspetto che rispecchia in pieno l’originale? I nemici. Anche qui sono quasi tutti animali, e anche se molti sono stati nerfati (id est, ci vogliono molti meno colpi per ucciderli) la sensazione di infarto che provocano quando spuntano dal nulla in piena modalità surprise buttsecks non la provavo almeno dai tempi di The Last Revelation. È stata aggiunta un’interessante novità alle battaglie, i nemici hanno anche una barra della rabbia, che sale quando vengono attaccati e una volta riempita li spinge a gettarsi a capofitto contro Lara. In quei frangenti è possibile eseguire una schivata figa al rallentatore che si conclude con un headshot e morte istantanea del nemico. Sembra facile, ma non è affatto immediato da imparare. Oltre ai nemici, molti dei boss sfruttano questa aggiunta, e spesso è l’unico modo per infliggere loro danni seri. E che dire, fa sempre piacere quando una battaglia boss ti fa spremere un po’ le meningi. Questo per quanto riguarda animali, dinosauri e bestie di vario genere. Tutte le battaglie contro nemici umani, invece, sono state trasformate in Quick Time Event. La cosa potrebbe far discutere, ma i QTE sono pochi e ben distanziati, come nel gioco precedente.
It STILL ain't Barney the Purple Dinosaur!
Gli oggetti funzionano come nei giochi classici: cioè medikit e munizioni sparse per i livelli. Funzionano benissimo come lo facevano all’epoca, e mi rendono triste a pensare a quanto bene funzionerebbe un TR “all’antica” con un gameplay moderno… ma mi sa che a parte i fan remakes non ne vedremo per un po’…
Ci sono un altro po’ di cose che meritano un paragrafo a parte: tra cui gli immancabili SEGRETI! In questo gioco i segreti sono di numero variabile per livello, ma la cosa più bella è che si dividono in due categorie: Manufatti e Reliquie. I manufatti sono i tipici segreti generici, quelli che apparivano anche in Legend, degli oggetti inutili. Le reliquie invece sono degli oggetti unici: non appaiono in tutti i livelli ma solo in alcuni, e rappresentano dei veritieri oggetti provenienti dalla civiltà di turno. Ognuno ha la sua descrizione e identità. Per esempio abbiamo un ariballo a forma di civetta in Grecia o un gatto mummificato in Egitto. Non sono molti, ma danno un vero senso alla raccolta di segreti.
Avete mai la sensazione che il mondo vada avanti senza di voi?
Altra menzione: Villa Croft. Di solito la menziono poco nelle recensioni, ma qui ci hanno messo un tale impegno che è giusto parlarne. Intanto, anche quella è un adorabile riferimento alla Casa di Lara del primo gioco, seppur con il design di Legend. Dall’assenza di altre persone oltre a Lara, alla presenza di casse nell’atrio principale. Inoltre nella Villa si può vivere un’opzionale avventura per sbloccare una stanza segreta. E quest’avventura consiste nell’andare avanti e indietro per la casa, raccogliendo oggetti e usandoli al posto giusto. Il gameplay basato sull’inventario mi ha ricordato anche The Last Revelation, quando i giochi pur rimanendo classici iniziavano ad avere puzzle un po’ più complessi. Certo, poi nella stanza segreta non c’è praticamente niente, ma è comunque divertente.
E come capisco che questo riferimento nell’avventura a inventario è voluto? Ovvio, questo gioco è così celebrativo che ha anche la director’s commentary! Esatto, una volta finita un’ambientazione si sbloccano i “commenti”. Rigiocando ai livelli con i commenti attivati si troveranno in certi punti dei cristalli blu (un’incredibile strizzata d’occhio ai cristalli che nella versione console dell’originale permettevano di salvare la partita), e interagendovi si può sentire uno degli autori che parla di come hanno rifatto il livello.
Only chi ha giocato all'originale will understand
Tomb Raider Anniversary è, e lo ammette fin dal titolo, una celebrazione. Una celebrazione di una grande serie di videogiochi che tanto ha dato a tanti. Una pausa nella grande rivoluzione della Crystal, per voltarci indietro e guardare tutta la strada che abbiamo fatto. E ha senso che da poco sia passato un anno da quando ho deciso di recuperare la serie, come loro erano ormai 10 anni fa, sono pronto ad andare avanti e vivere una nuova avventura al fianco di Lara. L’unica cosa triste di tutto questo è pensare che si tratta solo di una pausa, e che il prossimo gioco seguirà la difettevole strada di Legend. Ma quello lo vedremo.
Buon compleanno, Tomb Raider.
8/10
- SPOILER | Mostra
Ultima modifica di Comemichiamo il 13 ottobre 2017, 23:22, modificato 1 volta in totale.