[Recensione] Ni No Kuni
Inviato: 30 dicembre 2013, 17:32
Osannato dalla critica, questo RPG in esclusiva per PS3 ha raggiunto un metascore di 85. È davvero un titolo così riuscito?
Due lunghissimi mesi...
... Per capire cosa volesse dire Ni No Kuni (poi decisi di googlearlo). Quindi a voi lo dico subito: significa "l'altro mondo". È infatti in un altro universo che si sviluppa la storia del gioco di ruolo in questione. Oliver, un bambino residente nella pittoresca città di Motorville, sarà costretto ad abbandonare la sua pacifica vita per una missione di salvataggio estrema che lo porterà ai confini della realtà. È bene essere vaghi nel descrivere la trama a degli ipotetici lettori di una recensione, poiché essa è notevolmente articolata, ricchissima di colpi di scena, e soprattutto emozionante fin dalla prima mezz'ora di gioco. Il fatto forse più affascinante dell'intera storia è che il giocatore la vive attraverso gli occhi di un bambino inizialmente indifeso, non impersonando per esempio un potente cavaliere, o un erede al trono di un impero.
Una mega-collaborazione popo gajarda
Tecnicamente Ni No Kuni è al top. Ovviamente non parliamo di fotorealismo, l'obiettivo non era quello, ma le meravigliose ambientazione coloratissime e talvolta pastellate ricordano perfino Paper Mario o Yoshi's Island. Il mondo da esplorare è vastissimo e sebbene siano ripresi i classici "topoi" del giochi di ruolo (la valle ghiacciata, il vulcano, il deserto, il castello oscuro...) ogni luogo è ispirato e piacevolissimo da esplorare. Del resto, parliamo di una collaborazione targata NamcoBandai / Level-5 / Studio Ghibli: la fantasia non manca.
Il gioco è interamente doppiato in inglese e sottotitolato in italiano. Da evidenziare l'immenso lavoro di traduzione in italiano, che è sorprendente sia in qualità che in quantità. Le musiche che accompagnano l'avventura sono di altissimo livello, e nonostante alcune vengano "riciclate" nel corso del gioco, nessuna nota è mai stonata nel contesto in cui ci si trova. L'unica critica che farei è l'assenza di una vera e propria musica per alcuni boss e per la (stupenda) ambientazione ghiacciata.
E ora passiamo al punto migliore: cutscenes. Mentre quelle più comuni sono classiche scenette "in game", non sempre doppiate, le altre, situate nei punti di maggior importanza della trama, sono animazioni made-in-StudioGhibli. Queste ultime rasentano il commovente dalla magia che le caratterizza.
Il succo del gioco: gameplay
"Ma perché la citazione romanazza nel titolo precedente?" - vi chiederete. Beh, vedete quello strano esserino tra Oliver e il tipetto con la spada? Ecco, lui è Lucciconio, la fata che accompagnerà il protagonista durante il gioco. Lui parla in romano, nella traduzione italiana. E sebbene possa sembrare un po' fuori dal contesto, l'effetto finale è esilarante. (Nella versione inglese penso che sia in dialetto gallese.)
Sarà proprio er nostro maestro ad introdurci ai fondamentali del gioco. Il battle-system è semplice: ogni membro del party è accompagnato da tre famigli, (come lo spadino accanto a Luccicionio nell'immagine) che possono essere mandati in campo per combattere al posto del personaggio umano. Possono essere scelti uno alla volta, e possono combattere per un determinato tempo, dopo il quale il giocatore dovrà decidere se scegliere un altro famiglio finché il primo non si sarà riposato, o entrare a lottare col personaggio umano. A differenza dei famigli, i protagonisti possono usare gli oggetti e hanno caratteristiche speciali, come l'utilizzo della magia.
Il sistema di gestione dei famigli è chiaramente ispirato alla serie Pokémon: essi sono i nemici che si incontrano nei dungeon, e possono essere catturati tramite una speciale arpa. Una volta allenati, si evolvono in tre differenti fasi. Il bello è che i nemici presenti sono veramente numerosissimi, tant'è che il giocatore, pur completando la trama principale, potrebbe essersene perso un terzo.
Le azioni da compiere in battaglia sono semplici (difesa, attacco base, attacco magico), e nelle prime parti di gioco i combattimenti possono sembrare un po' limitati. Tuttavia, una volta imparato a gestire bene il sistema di combattimento, tutto viene naturale e gli scontri all'ultimo sangue saranno all'ordine del giorno.
Oltre ai binari
Come già detto in precedenza, il mondo è vastissimo ed è un piacere esplorarlo, ma il tutto non si conclude ad un semplice free-roaming: ogni angolo è colmo di sub-quest, cacce alla taglia, tesori nascosti e minigiochi. Da non dimenticare l'alchimia e la ricerca agli incantesimi di Oliver, che sono veramente numerosi e soprattutto fantasiosi.
Lasciamo un po' di spazio anche a qualche critica, se no non sarebbe una recensione. Talvolta i dialoghi facilitano fin troppo le missioni secondarie, paragonando quasi il giocatore al protagonista, che è un bambino. Non è un vero difetto ma può innervosire i giocatori più navigati, che in ogni caso avranno un bel da fare con la difficoltà del gioco: se si evita di grindare a caso, i nemici sono agguerriti e basterà il minimo errore per dover ricominciare da capo un dungeon.
Critica numero due: non sempre l'intelligenza artificiale degli altri due membri del party è affidabile. Capita spesso infatti che essi usino magie inutili, o che sprechino troppo presto i classici e preziosissimi punti magia.
In ogni caso, ciò non influenza troppo il gameplay, e soprattutto non ci sono battaglie "ingiuste", in cui un nemico recupera HP a caso o fa mosse "OHKO" (per restare in tema Pokémon), quindi quando si perde... si perde per colpa propria. O per mancanza di oggetti appropriati.
In conclusione...
Consigliato a...
Due lunghissimi mesi...
... Per capire cosa volesse dire Ni No Kuni (poi decisi di googlearlo). Quindi a voi lo dico subito: significa "l'altro mondo". È infatti in un altro universo che si sviluppa la storia del gioco di ruolo in questione. Oliver, un bambino residente nella pittoresca città di Motorville, sarà costretto ad abbandonare la sua pacifica vita per una missione di salvataggio estrema che lo porterà ai confini della realtà. È bene essere vaghi nel descrivere la trama a degli ipotetici lettori di una recensione, poiché essa è notevolmente articolata, ricchissima di colpi di scena, e soprattutto emozionante fin dalla prima mezz'ora di gioco. Il fatto forse più affascinante dell'intera storia è che il giocatore la vive attraverso gli occhi di un bambino inizialmente indifeso, non impersonando per esempio un potente cavaliere, o un erede al trono di un impero.
Una mega-collaborazione popo gajarda
Tecnicamente Ni No Kuni è al top. Ovviamente non parliamo di fotorealismo, l'obiettivo non era quello, ma le meravigliose ambientazione coloratissime e talvolta pastellate ricordano perfino Paper Mario o Yoshi's Island. Il mondo da esplorare è vastissimo e sebbene siano ripresi i classici "topoi" del giochi di ruolo (la valle ghiacciata, il vulcano, il deserto, il castello oscuro...) ogni luogo è ispirato e piacevolissimo da esplorare. Del resto, parliamo di una collaborazione targata NamcoBandai / Level-5 / Studio Ghibli: la fantasia non manca.
Il gioco è interamente doppiato in inglese e sottotitolato in italiano. Da evidenziare l'immenso lavoro di traduzione in italiano, che è sorprendente sia in qualità che in quantità. Le musiche che accompagnano l'avventura sono di altissimo livello, e nonostante alcune vengano "riciclate" nel corso del gioco, nessuna nota è mai stonata nel contesto in cui ci si trova. L'unica critica che farei è l'assenza di una vera e propria musica per alcuni boss e per la (stupenda) ambientazione ghiacciata.
E ora passiamo al punto migliore: cutscenes. Mentre quelle più comuni sono classiche scenette "in game", non sempre doppiate, le altre, situate nei punti di maggior importanza della trama, sono animazioni made-in-StudioGhibli. Queste ultime rasentano il commovente dalla magia che le caratterizza.
Il succo del gioco: gameplay
"Ma perché la citazione romanazza nel titolo precedente?" - vi chiederete. Beh, vedete quello strano esserino tra Oliver e il tipetto con la spada? Ecco, lui è Lucciconio, la fata che accompagnerà il protagonista durante il gioco. Lui parla in romano, nella traduzione italiana. E sebbene possa sembrare un po' fuori dal contesto, l'effetto finale è esilarante. (Nella versione inglese penso che sia in dialetto gallese.)
Sarà proprio er nostro maestro ad introdurci ai fondamentali del gioco. Il battle-system è semplice: ogni membro del party è accompagnato da tre famigli, (come lo spadino accanto a Luccicionio nell'immagine) che possono essere mandati in campo per combattere al posto del personaggio umano. Possono essere scelti uno alla volta, e possono combattere per un determinato tempo, dopo il quale il giocatore dovrà decidere se scegliere un altro famiglio finché il primo non si sarà riposato, o entrare a lottare col personaggio umano. A differenza dei famigli, i protagonisti possono usare gli oggetti e hanno caratteristiche speciali, come l'utilizzo della magia.
Il sistema di gestione dei famigli è chiaramente ispirato alla serie Pokémon: essi sono i nemici che si incontrano nei dungeon, e possono essere catturati tramite una speciale arpa. Una volta allenati, si evolvono in tre differenti fasi. Il bello è che i nemici presenti sono veramente numerosissimi, tant'è che il giocatore, pur completando la trama principale, potrebbe essersene perso un terzo.
Le azioni da compiere in battaglia sono semplici (difesa, attacco base, attacco magico), e nelle prime parti di gioco i combattimenti possono sembrare un po' limitati. Tuttavia, una volta imparato a gestire bene il sistema di combattimento, tutto viene naturale e gli scontri all'ultimo sangue saranno all'ordine del giorno.
Oltre ai binari
Come già detto in precedenza, il mondo è vastissimo ed è un piacere esplorarlo, ma il tutto non si conclude ad un semplice free-roaming: ogni angolo è colmo di sub-quest, cacce alla taglia, tesori nascosti e minigiochi. Da non dimenticare l'alchimia e la ricerca agli incantesimi di Oliver, che sono veramente numerosi e soprattutto fantasiosi.
Lasciamo un po' di spazio anche a qualche critica, se no non sarebbe una recensione. Talvolta i dialoghi facilitano fin troppo le missioni secondarie, paragonando quasi il giocatore al protagonista, che è un bambino. Non è un vero difetto ma può innervosire i giocatori più navigati, che in ogni caso avranno un bel da fare con la difficoltà del gioco: se si evita di grindare a caso, i nemici sono agguerriti e basterà il minimo errore per dover ricominciare da capo un dungeon.
Critica numero due: non sempre l'intelligenza artificiale degli altri due membri del party è affidabile. Capita spesso infatti che essi usino magie inutili, o che sprechino troppo presto i classici e preziosissimi punti magia.
In ogni caso, ciò non influenza troppo il gameplay, e soprattutto non ci sono battaglie "ingiuste", in cui un nemico recupera HP a caso o fa mosse "OHKO" (per restare in tema Pokémon), quindi quando si perde... si perde per colpa propria. O per mancanza di oggetti appropriati.
In conclusione...
Consigliato a...
- chi ama i GdR
chi vuole un'avventura "nuova" e altamente poetica
i fan dei film di Studio Ghibli
chi piace il meccanismo tipico dei giochi Pokémon
chiunque sia in cerca di un gioco longevo e profondo
- chi non sopporta i GdR
i ciechi- SPOILER | Mostra
- Grande longevità e un post-game immenso
Animazioni splendide
Ambientazioni ispirate
Personaggi carismatici
Storia poetica e commovente
Alto livello di personalizzazione nello stile di battaglia
Boss divertenti da affrontare
Completa traduzione in italiano
I famigli sono fantastici
- Il sistema di combattimento ci mette un po' ad ingranare
Non tutte le scene sono doppiate e alcune sono sostituite da semplici sottotitoli
Non c'è Hello Hitty, anche se ci sono due famigli gattosi HURR PURR