Gunpei Yokoi e la sua visione di videogioco, innovazione tecnologica e Game Boy

Hanno appena tradotto una delle ultime interviste che Gunpei Yokoi (inventore del Game Boy) fece prima di morire nel tragico incidente del 1997. In questa intervista fa alcune dichiarazioni davvero interessanti sul concetto di videogioco e sul rapporto tra sviluppo tecnologico e realismo grafico. Spiega anche la sua decisione di non implementare il colore nel primo modello di Game Boy. Alcune parti dell'intervista:

Oggi c'è una varietà immensa di videogiochi ma, secondo me, la maggior parte non sono realmente "videogiochi". La parola "gioco" significa qualcosa di competitivo, dove puoi vincere o perdere. Noto che la qualità dei giochi sta via via scendendo, e vedo sempre più titoli che vogliono offrire l'esperienza di una storia o un film. Questa caratteristica è particolarmente evidente nei giochi di ruolo, dove il "gioco" in sè non è la parte fondamentale, e ho la sensazione che gli sviluppatori desiderino soltanto farti vivere la storia che hanno scritto. Quindi, se mi chiedi cosa penso dei videogiochi di oggi, beh, è una domanda molto difficile. Alla fine direi che i giochi di oggi non fanno semplicemente per me.

Riguardo il realismo grafico:

Mi chiedo, questi mondi di gioco hanno davvero bisogno di essere così fotorealistici? In realtà considero più un difetto una grafica troppo realistica. [...] Se le cose sono troppo realistiche non c'è più spazio per l'immaginazione [...] Anche se un videogioco non ha le capacità tecniche per mostrare una grafica particolarmente complessa, credo che la propria immaginazione ha il potere di trasformare lo sprite di un missile, magari a malapena riconoscibile, in un missile "reale".

Riguardo la mancata implementazione del colore:

Avevamo la possibilità di aggiungere il colore, ma preferii comunque di non implementarlo. Se disegni due cerchi su una lavagna, e dici "questo è un pupazzo di neve", chiunque lo vede percepirà il colore bianco della neve e intuirà che si tratta di un pupazzo di neve. Questo perchè viviamo in un mondo fatto di informazioni, e quando vedi quel disegno la tua mente capisce che il colore dev'essere per forza bianco. Me ne sono convinto dopo aver giocato alcuni giochi per Famicom su una TV in bianco e nero. Una volta che inizi a giocare, i colori non sono importanti. Mentalmente, vieni risucchiato nel mondo di gioco.

In verità, non fu facile far comprendere a Nintendo la decisione sulla monocromia - in parte ho sfruttato la mia posizione per convincerli (ride) Dopo aver distribuito il Game Boy, un membro del mio staff mi venne incontro con una faccia cupa: "c'è una nuova console portatile simile alla nostra sul mercato..." La prima cosa che chiesi fu "ha uno schermo a colori o in bianco e nero?" Mi disse che era a colori, e lo rassicurai: "Allora siamo a posto." (ride)

Intervista completa: http://www.nintendolife.com/news/2015/0 ... interviews

Che ne pensate? Secondo me sono opinioni discutibili (specialmente quella sugli RPG), ma la cosa figa è che le ha formulate ben 18 anni fa, mentre al giorno d'oggi questi temi sono più che mai attuali. Mi ha colpito molto la decisione di non utilizzare i colori sul Game Boy

Non è una visione molto sbagliata. Evidentemente, Yokoi perseguiva la semplicità.
Ma sugli RPG non sono molto d'accordo. Non è che i nemici ti lasciano vincere per farti andare avanti nella storia, quindi anche in quei giochi "si vince o si perde". A meno che lui non intenda una specie di Nuzlocke.

...Ora che ci penso...

SPOILER | Mostra

Il Game Boy Color è uscito nel 1998, mentre Yokoi è morto nel 1997... Non è che il Color sia una diretta conseguenza della scomparsa di Yokoi?!
E se la morte di Yokoi non fosse casuale?!

Gunpei sapeva cosa sarebbe successo . La cosa sugli rpg se la poteva risparmiare però. Ora finalmente dopo 18 anni ci viene spiegato perché il Game Boy è in Bianco e Nero.

Probabilmente i big della grande N non potevano sopportare questa strana idea (non dite che la motivazione ha un senso) e lo hanno messo a tacere per poter creare il GBC. È tutto un complotto!!!!!!!

Adam Kadmon approva questo elemento.

Zigoon ha scritto:Non è una visione molto sbagliata. Evidentemente, Yokoi perseguiva la semplicità.
Ma sugli RPG non sono molto d'accordo. Non è che i nemici ti lasciano vincere per farti andare avanti nella storia, quindi anche in quei giochi "si vince o si perde". A meno che lui non intenda una specie di Nuzlocke.

...Ora che ci penso...

SPOILER | Mostra

Il Game Boy Color è uscito nel 1998, mentre Yokoi è morto nel 1997... Non è che il Color sia una diretta conseguenza della scomparsa di Yokoi?!
E se la morte di Yokoi non fosse casuale?!

Don't worry, nonostante tutte le teorie complottistiche su Yokoi, lui disse fin da subito che non poteva ancora essere commercializzato il VirtualBoy (forse un po' da fare lo scaricabarile), e se è uscito un hardware nuovo (il GBC) solo un anno dopo non può non averci lavorato: ci vogliono anni per lo sviluppo di una nuova console

È interessante come già diciotto anni fa si riflettesse sull'importanza della componente narrativa e di un suo surclassamento di quella prettamente ludica, e comprendo anche il suo riferimento agli RPG: in Giappone era quello il genere con le trame più complesse a quei tempi, ancora non c'era una grande diffusione di visual novel e giochi come Shenmue ancora non esistevano.
Tutta la sua intervista trasuda comunque una forte mentalità conservatrice, dato che anche l'appigliarsi alla semplicità visiva per favorire l'immaginazione ne è una prova, ed è un opinione che, almeno in parte condivido: per quanto penso che un gioco senza colori può funzionare solo se si parla di pixel art molto basilare o di un titolo con grafica cartoon retro (come i vecchi cartoni animati Disney), sono pienamente d'accordo che il fotorealismo e le palette neutre uccidano l'immaginazione del giocatore e dello sviluppatore: basti pensare a tutti quei titoli dalla grafica pompata privi di una componente ludica accattivante o di un guizzo creativo da parte degli sviluppatori.

Darksilver ha scritto:È interessante come già diciotto anni fa si riflettesse sull'importanza della componente narrativa e di un suo surclassamento di quella prettamente ludica, e comprendo anche il suo riferimento agli RPG: in Giappone era quello il genere con le trame più complesse a quei tempi, ancora non c'era una grande diffusione di visual novel e giochi come Shenmue ancora non esistevano.
Tutta la sua intervista trasuda comunque una forte mentalità conservatrice, dato che anche l'appigliarsi alla semplicità visiva per favorire l'immaginazione ne è una prova, ed è un opinione che, almeno in parte condivido: per quanto penso che un gioco senza colori può funzionare solo se si parla di pixel art molto basilare o di un titolo con grafica cartoon retro (come i vecchi cartoni animati Disney), sono pienamente d'accordo che il fotorealismo e le palette neutre uccidano l'immaginazione del giocatore e dello sviluppatore: basti pensare a tutti quei titoli dalla grafica pompata privi di una componente ludica accattivante o di un guizzo creativo da parte degli sviluppatori.

Concordo in toto

Alcune parti dell'intervista le trovo un po' esagerate francamente. Non è così difficile capire che, 18 anni fa come oggi, il mondo dei vg è abbastanza grande per ospitare sia esperienze più realistiche che giochi completamente basati sul gameplay, sia RPG che platform. Ognuno gioca quel che gli pare e il bello è anche questo.

Sugli RPG ha un po' troppo generalizzato, visto ne esistono alcuni con una trama semplice in favore di un gameplay più solido. Probabilmente si stava riferendo alla piega che stava prendendo Final Fantasy.
Sulla sua idea di "gioco" invece sinceramente mi trovo completamente in disaccordo. Non necessariamente deve essere qualcosa di competitivo dove puoi vincere o perdere, un gioco può servire anche per rilassarti o divertirti, e un esempio è la serie di Animal Crossing.
Interessanti comunque le sue scelte riguardo il Game Boy, e Zig tu ti dedichi a fin troppe investigazioni secondo me

Zackee ha scritto:Sugli RPG ha un po' troppo generalizzato, visto ne esistono alcuni con una trama semplice in favore di un gameplay più solido.

Tipo Sticker Star? Ah no, quello non è neanche un RPG.

Zackee ha scritto:...e Zig tu ti dedichi a fin troppe investigazioni secondo me

È che in questo periodo ho riniziato a leggere Dago e lì i complotti sono ovunque :P

Non concordo con la sua opinione sulla narrazione nei videogiochi, ma è un punto di vista molto affascinante.

Mi chiedo che giochi e console creerebbe oggi.

Frozenstorm ha scritto:Non concordo con la sua opinione sulla narrazione nei videogiochi, ma è un punto di vista molto affascinante.

Mi chiedo che giochi e console creerebbe oggi.

Console con schermi monocromatici.