Quando i fumettisti si mettono a scrivere - Ultimo aggiornamento: Il fumetto come opera d'arte moderna e completa

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    -EDIT: Da ora uso questo topic per raccogliere un po' di miei scritti. Sto comunque cercando in giro per il mondo l'orazione Pro Cluentio per continuare la pretesta che avevo iniziato qui-

    Quella che vi propongo oggi è una storia che esula completamente dal contesto mariesco, nintendoso e videoludico.

    Siamo nell'antica Roma, più di preciso nel 66 a.C.: allora Marco Tullio Cicerone, che era appena diventato pretore, pronunciò un'orazione in difesa di un molisano di nome Aulo Cluenzio Abito, accusato dalla madre Sassia per mezzo del fratellastro Oppianico junior di aver avvelenato il patrigno Oppianico senior, che era di ritorno dall'esilio inflittogli dallo Stato romano per essere coinvolto nella proscrizione di alcuni antisillani. Cicerone dimostrerà l'innocenza di Cluenzio asserendo anche alla degenerazione della madre e di Oppianico senior, avidi di denaro ma soprattutto delle eredità dei loro ex, che arriveranno persino ad uccidere pur di accumulare maggiori ricchezze. Ma si tratta di una storia troppo intricata da riassumere in un piccolo spazio: chi fosse interessato al resto della trama, well, Google it.

    Pubblico qui di seguito il prologo e la prima scena di quella che io chiamo una praetexta -una tragedia di argomento romano. Visto che per ora non mi sono basato che sulla spiegazione dataci a scuola e sulla prima parte del discorso di Cicerone, i fatti raccontati probabilmente non saranno fedeli a quelli avvenuti. Vorrei solo un parere in merito, perché ho pensato che sarebbe bello fare una rappresentazione del genere in ambito scolastico, visto che ci sono un sacco di intrecci.
    CLUENZIO

    Personaggi principali
    Aulo Cluenzio Abito Minore - imputato
    Oppianico Maggiore - vittima, terzo marito di Sassia e padre adottivo di Cluenzio Minore
    Sassia - madre di Cluenzio Minore, moglie di Oppianico Maggiore, mandante della denuncia
    Oppianico Minore - figlio di Oppianico Maggiore, figlio adottivo di Sassia, denunciatore
    Marco Tullio Cicerone - difensore

    Personaggi secondari
    Tito Accio - accusatore
    Aulo Cluenzio Abito Maggiore - primo marito di Sassia, padre naturale di Cluenzio Minore, deceduto
    Cluenzia - sorella di Cluenzio Minore, prima moglie di Melino
    Melino - marito di Cluenzia prima, secondo marito di Sassia poi
    Siria - serva di Sassia
    [Zia paterna di Cluenzio Minore] - prima moglie di Oppianico Maggiore
    Magia - seconda moglie di Oppianico Maggiore
    Marco Aurio
    Numerio Aurio - fratelli di Magia
    Gneo Magio
    Due figli di Oppianico Maggiore
    Figlia di Cluenzia e Milino
    Amante di Sassia

    Personaggi terziari
    Senatori (pubblico)
    Rivoltosi
    PROLOGO (Cicerone, Accio)
    In Senato
    ACCIO - ...Con quest'ultimo intervento concludo la mia orazione. Spero, o padri coscritti, di aver persuaso le vostre anime del brutto carattere di Aulo Cluenzio Abito, figlio adottivo del povero, sventurato, Oppianico,
    nonché suo assassino. Perché, ribadisco per l'ultima volta, è stato lui a porre fine alla vita della vittima del caso in questione per mezzo del veleno: il movente è chiaro, i trascorsi tra questi due uomini non lasciano
    alcun dubbio. Ora do la parola al difensore, Marco Tullio Cicerone, anche se ritengo che ormai il dado sia... tratto.
    *brusio*
    CICERONE - O padri coscritti! Ora è mio compito parlare in difesa dell'imputato Aulo Cluenzio Abito. Ho notato, o giudici, che l'orazione del mio avversario, il nobile Tito Accio, è divisa in due parti: una di queste,
    mi sembra, verte sulla già vecchia impopolarità dell'imputato: si parla di prima del mese di Giugno. L'altra pone l'accento sul metodo di condurre le indagini di avvelenamento. Quindi ho deciso di dividere anche la mia
    orazione in due parti: confuterò gli stessi argomenti affrontati dall'accusatore, al fine di non apparire evasivo in merito a certe questioni e di non lasciare ombre sul caso in discussione. Comincio col dire che
    l'accusa rivolta da Accio sulla gestione dell'autopsia è del tutto fuori discussione, perché la nostra legge la prevede così e non mi sembra che sia collegato in qualche modo con la morte della vittima.
    Ma andiamo con ordine. La cosa bella del sistema giuridico romano è che, dopo aver sentito l'accusa, vi aspettate di sentire la difesa smontarne una ad una tutte le argomentazioni. Ora, questo povero ragazzo
    seduto al banco degli accusati ha bisogno del vostro aiuto: infatti là fuori i suoi nemici hanno aizzato i cives contro di lui: questo, tuttavia, non comporterà che il pericolo comune! Quindi scinderemo la situazione
    in due parti: c'è chi vi sta dando informazioni -e in questo caso vi chiedo estrema cautela- e c'è chi vi supplica - e qui confido nel vostro buon senso: perché sarà dura sopportare una rivolta popolare contro di lui
    senza uomini come voi. Per quanto mi riguarda, non so dove mettere mano prima. Dovrei forse negare l'esistenza di un movente per l'accusa, e cioè che i giudici del precedente processo sono stati corrotti? Dovrei
    negare che il problema è sventolato a destra e a manca dall'assemblea del popolo, che è stato portato davanti al tribunale di giustizia, che il Senato ne ha discusso? Almeno, posso sradicare questa convinzione dalle
    vostre menti. Ho bisogno del vostro aiuto per smantellare da questo povero innocente la sua infamante calunnia.
    ACCIO - Zut. Parli dell'imputato come se fosse davvero innocente.
    CICERONE - Perché lo è. Anzi, dirò di più: è Oppianico, la vittima, e con lui la moglie Sassia, ad avere le peggiori colpe.
    ACCIO - Pfft, stai cadendo nel ridicolo. Primo, come fa ad essere colpevole una vittima? Secondo, cosa c'entra Sassia con questo caso, se non per la stretta parentela con l'imputato e la vittima?
    CICERONE - C'entra eccome. Ma prima, ho bisogno di raccontare brevemente la storia di questi due soggetti alquanto... singolari.
    ACCIO - Uff, che noia... scommetto che sarà la solita tiritera del giovane depresso e bla bla bla. E va bene, ho un po' di tempo da perdere. Sentiamo questa storiella.
    CICERONE - Pregherei a tutti voi, o senatori, di rimanere in ascolto e di stare molto attenti: perché si tratta di una vicenda molto ingarbugliata.
    SCENA I (Cluenzio, Cluenzia, Sassia, Siria, Melino)
    In casa di Cluenzio, alcuni anni prima
    CLUENZIO - E così alla fine sei rimasta incinta, eh, Cluenzia mia?
    CLUENZIA - Sì, Cluenzio, e di questo sono molto contenta... ma, se posso dire la verità, è da un po' che Melino, mio marito, mi dà da pensare.
    CLUENZIO - E come mai?
    CLUENZIA - Si tratta di nostra madre, Sassia. Da quando Aulo Cluenzio Abito Maggiore, nostro padre, è morto, non fa che guardare con occhi dolci Melino. Sinceramente, mi mette sui nervi.
    CLUENZIO - Andiamo, non vedo cosa ci sia di male. Anzi, direi che è un bene che i due si vogliano bene. Non sarò esperto in materia di famiglia, ma se c'è una cosa di cui sono sicuro è che tra gli sposi e i loro
    suoceri non scorre quasi mai buon sangue.
    CLUENZIA - Io invece direi che tra loro ne scorre di fin troppo buono. Non si tratta solo di occhi dolci, ma ogni tanto ho l'impressione che stia tentando di sedurlo. Ultimamente ha una parlantina che non mi piace...
    con noi non l'ha mai usata! Tesoro, caro, amore... sono parole che prima di Melino sul suo vocabolario non esistevano nemmeno!
    CLUENZIO - Dici? Non l'ho sperimentato di persona, ma direi di non farci caso: è risaputo che ci ha sempre odiato per non so cosa.
    CLUENZIA - Cluenzio! Come puoi cercare di difendere nostra madre, se sai anche tu quanto ci ha fatto soffrire?
    CLUENZIO - Non parlo bene di mia madre perché mi piace parlar bene di mia madre. Dico solo di non saltare a conclusioni affrettate senza avere delle prove concrete. Studia meglio la situazione: in questo modo scoprirai
    se i tuoi sospetti erano fondati o meno.
    CLUENZIA - Va bene, seguirò il tuo consiglio... Ma ti avverto: se succede qualcosa di male, non ti rivolgerò più la parola!
    CLUENZIO - Non succederà nulla di male, vedrai. *esce*
    CLUENZIA - Speriamo... ma eccola qui, la megera. *entra Sassia*
    SASSIA - FIIIIGLIA MIIIIIIA, come mi sei mancaaata!
    CLUENZIA - *a parte* Mancata? Io? Ma se ci siamo già viste stamattina! Inoltre, generalmente, non le manco mai... Cosa starà mai architettando? Farò il suo gioco. *a Sassia* MAMMIIIINAAAAA, anche tuuuuu!
    Da quanto teeempo!
    SASSIA - Figliola mia, ti sei rincitrullita? Ci siamo già viste stamattina! Inoltre, come osi chiamarmi "mammina" e a darmi del tu? Io per te sono "nobile madre, migliore tra tutte le donne"
    CLUENZIA - ...Ma come, nobile madre, migliore tra tutte le donne, è stata LEI la prima a dirmi che LE sono mancata.
    SASSIA - Figliola mia, non riesci proprio a cogliere i significati reconditi delle mie frasi! Intendevo dire che mi mancava la tua presenza come persona sana!
    CLUENZIA - ...Perché, per te lo sono mai stata? Ma, in ogni caso, perché sono sana, rispetto a prima?
    SASSIA - Perché finalmente ti vedo staccata da quel parassita di tuo marito. Seriamente, era una presenza ingombrante per il buon funzionamento del rapporto madre-figlia.
    CLUENZIA - *a parte* Lei che parla male di mio marito? La questione mi puzza! *a Sassia* MIO MARITO INGOMBRANTE AL FUNZIONAMENTO DEL RAPPORTO MADRE-FIGLIA! Qui la prima persona ad essere
    ingombrante sei tu, vecchia becera!
    SASSIA - Scellerata! Dove hai imparato certe espressioni? E il tu! Per te io sono "nobile madre, migliore tra tutte le donne!"
    CLUENZIA - Non posso chiamare in tal modo una persona che non ritengo né nobile né tanto meno la migliore tra tutte le donne!
    SASSIA - COME OSI, DISGRAZIATA! Avevo ragione io, non avresti dovuto sposare quel cretino di tuo marito: guarda come sei degenerata! Forse dovreste divorziare. È una storia che non può andare avanti.
    CLUENZIA - Perché dovrei farlo? Io lo amo, e lui ama me!
    SASSIA - Su questo non ci giurerei, cara figliola. SIRIA! Ti ordino di venire qui!
    SIRIA - Eccomi qui, padrona!
    SASSIA - Siria, ti ordino di condurre qui quel fanciullo lì, come si chiama, Melino... lo sposo di questa piccola smorfiosetta. Dovrebbe essere nel suo cubiculum.
    SIRIA - Sissignora. Lo farò, giuro, signora.
    SASSIA - E... *sussurrato* assicurati di riservargli quel trattamento speciale! *sghignazza*
    SIRIA - *sussurrato* Sarà fatto, signora mia. *sghignazza*
    CLUENZIA - *a parte* Quelle due che confabulano non mi vanno a genio. Tutti i nostri servi sono dei viscidi corrotti dalla cattiveria di Sassia, ma questa qui, Siria, è la più viscida di tutte. Cluenzio mi ha detto svariate
    volte che, per meglio servire la sua padrona, non sdegna l'utilizzo di filtri magici di origine ignota ma dagli effetti certamente devastanti. *a Siria* Eeee... assicurati che venga tutto intero, Siria.
    SASSIA - Cosa stai insinuando, mocciosa? Siria è tanto una brava serva, non farebbe mai del male ad una mosca.
    SIRIA - *sussurrato* Sìiii... non alle mosche. *sghignazza*
    CLUENZIA - Non so cosa credi... ahem, lei creda che io stia insinuando, ma so per certo che intorno all'impluvium alcune mattonelle si sono staccate dal pavimento. Potrebbe inciampare.
    SASSIA - Oooh, certo... Va bene, Siria, stai attenta mentre scorti il fanciullo fino a qui... potrebbe farsi male, poverino! *ride*
    SIRIA - Sarà prestata molta attenzione, mia signora! *ride ed esce*
    CLUENZIA - Cosa intendi... ehm, intende fare, madre?
    SASSIA - Stamattina Siria mi ha confidato in grande privatezza che nella notte il tuo piccioncino acclamava frasi alquanto scandalose circa la tua persona. Te ne ha dette di tutti i colori, eeeh! Ora non posso scendere nei
    dettagli giusto perché qui davanti ci sono dei bambini che assistono allo spettacolo, ma sappi che usava espressioni alquanto colorite!
    CLUENZIA - Impossibile. Mio marito non sarebbe in grado di insultare nemmeno un parto.
    SASSIA - Si vede che non lo conosci, figliola... Ah, ma eccoli di ritorno. *entrano Siria e Melino* Noto con piacere che il buon Melino è riuscito a passare incolume tra le insidiose mattonelle della casa! *ride*
    SIRIA - Sìii... *a parte* come no! *sghignazza*
    MELINO - *alza le braccia* Amore mio!
    CLUENZIA - Melino!
    MELINO - Mio tenero, dolce fiorellino!
    CLUENZIA - Melino! Sapevo che non mi avresti mai offesa!
    MELINO - Mia bellissima... *abbraccia Sassia* SASSIA!
    CLUENZIA - CHE COOOOSA?!? COSA STAI FACENDO A MIA MADRE, TRADITORE?!?
    MELINO - ...Chi sei tu?
    CLUENZIA - CHI SONO IO?!? MA IO TI UCCIDO, LURIDO PEZZO DI CATRAME! BASTA! SONO TROPPO OFFESA DA QUESTO ATTEGGIAMENTO SCANDALOSO!
    SASSIA - Visto? Non ti ama... e alla fine non lo ami nemmeno tu. Vai e chiedi il divorzio.
    CLUENZIA - ECCOME SE CHIEDO IL DIVORZIO! ANZI! VADO SUBITO A FIRMARE I DOCUMENTI! CANE! *esce piangendo*
    SASSIA - Ha funzionato! Grazie, Siria! Il tuo... *estrae un'ampolla dalla tasca* aiuto... è stato davvero prezioso!
    SIRIA - Eh! Eh! Eh! *al pubblico* È un infuso di recente invenzione! Stravolge completamente le relazioni amorose... Ha effetti devastanti!
    SASSIA - E ora posso finalmente incoronare il mio sogno d'amore. Melino, il matrimonio è fissato per dopodomani, all'ora sesta. Non mancare!
    MELINO - Non mancherò di certo, amore mio.
    SASSIA - Molto bene... ah, mi sento infuocata! Pervieni al mio letto!
    MELINO - Con estremo piacere! *escono di scena*
    SIRIA - E anche questa è fatta! Un giorno per tutti i miei servigi la mia padrona mi libererà... Sarò chiamata Aula Cluenzia Siria, anzi, la divina Aula Cluenzia Siria! I miei elisir saranno famosi dall'Iberia alla Tracia, e
    diventerò ricchissima! *esce di scena*
    Ultima modifica di Zigoon il 26 giugno 2014, 15:50, modificato 2 volte in totale.

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    wow, esperimento assai interessante, mi piace l'idea!
    la realizzazione è pure buona, anche se secondo me tu saresti più un autore di palliate che di preteste asd
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    Da ora uso questo topic per raccogliere un po' di miei scritti in generale. Sto comunque cercando in giro per il mondo il testo originale dell'orazione Pro Cluentio per continuare la pretesta che avevo iniziato qui.

    Oggi posto un dialogo filosofico che ha per protagonisti Giolitti e il filosofo Hegel. Chi avesse studiato filosofia (e anche storia, perché no) in passato è pregato di fornire un'opinione sull'attendibilità di quanto "scritto" (anche se è un compito che ho già consegnato al mio professore asd)
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    Roma, 14 novembre 1911
    GIOLITTI Sono stanco. Essere ministro nel Regno d’Italia richiede un impegno non indifferente. La mia campagna militare in Libia si sta rivelando più difficile del previsto, e gli altri Paesi d’Europa fanno pressione per costringerci a concludere la guerra, e insistono sulla nostra accettazione della sovranità nominale del Sultano per la salvezza della pace generale... Basta, sono sfinito. Una notte di riposo dopo un buon arzente non farà male a nessuno.



    HEGEL Buonasera, ministro.
    GIOLITTI Chi è lei?
    HEGEL Sono Georg Wilhelm Friedrich Hegel.
    GIOLITTI …Hegel? Quell’Hegel? Ma lei dovrebbe essere morto da quasi un secolo.
    HEGEL Sì, infatti sono morto. Questo è solo il mio spirito, che non dorme ma prova sensazioni. La morte è la Sintesi ultima, finalmente riesco a vivere con l’armonia dell’Uno Tutto e con la tragica imperfezione del Reale.
    GIOLITTI Quindi si vive anche dopo la morte?
    HEGEL Sì. Siamo svincolati dalla carne: l’importante è lo Spirito. Non c’è Paradiso né Inferno. Siamo Filosofia pura.
    GIOLITTI E quindi non ci sono né Paradiso né Inferno: la Religione, allora, a che serve?
    HEGEL A nulla. Non c’è regime meritocratico nella vita dopo la morte: assisti solamente alle vicende naturali e sociali sotto forma di Spirito. Quindi è totalmente inutile che la coscienza del cristiano si rammarichi di un evento come la morte, perché c’è una vita post mortem che comunque non è legata ai concetti di Paradiso ed Inferno. Ma non parliamo di ciò. Parliamo di te.
    GIOLITTI Di me? E perché, se posso sapere?
    HEGEL Dimmi un po’, Giovanni: sei soddisfatto del tuo governo?
    GIOLITTI Credo che tutto ciò che ho fatto per il Paese abbia pienamente colto le esigenze del Regno. Ho fatto in modo che i cattolici potessero avere una loro rappresentanza in Parlamento e ho anche favorito le esigenze dei socialisti; ho migliorato e sviluppato le industrie del Paese, aumentando i posti di lavoro; ho risanato l’economia e ho contribuito allo sviluppo della rete ferroviaria; ho incrementato i salari e ho fatto riconoscere il diritto allo sciopero; e adesso sto sviluppando una nuova legge elettorale che permetta a tutti gli uomini di votare. E poi, la guerra in Libia…
    HEGEL Ti sembra di aver agito bene?
    GIOLITTI Mi pare che siano degli ottimi atti di governo…
    HEGEL L’Idea in Sé non è malvagia. Ma ho indagato sul tuo operato, Giovanni, e mi risulta che dietro a molte delle tue scelte di governo si nasconda un lato oscuro che disconosci.
    GIOLITTI In che senso?
    HEGEL Hai parlato di appoggio ai cattolici e ai socialisti, ma io direi invece che siano stati i cattolici e i socialisti ad appoggiare te. Mi spiego. Se hai appoggiato queste due classi sociali, è perché desideravi il loro appoggio. La tua politica si può dividere in tre momenti. L’Idea in Sé è la tua volontà di garantire stabilità al Paese, ma si scontra con l’Idea per Sé, il tuo desiderio di consolidare il tuo governo: un’alienazione, poiché non avresti avuto un appoggio sufficiente nei tuoi progetti senza cattolici e socialisti. Il tutto si risolve in un compromesso, un’Idea in Sé e per Sé, dove la tua presenza al governo è garantita dal consenso di un Parlamento “fantoccio”, formato con l’adesione di cattolici e di socialisti, grazie al quale puoi effettivamente dare un buon servizio allo Stato.
    GIOLITTI Mi stai dicendo che se sono qui al governo lo devo al fatto che molti parlamentari sono stati resi tali da me?
    HEGEL Esattamente.
    GIOLITTI Mi permetto di dissentire. L’ala socialista è storicamente legata alla Sinistra. Io, come liberale, sono più per idee di Centro-Destra. Per quanto possa aver contribuito alla rappresentanza dei socialisti in Parlamento, loro preferirebbero essere direttamente a capo del governo. E, dato che le mie posizioni politiche sono ben chiare, difficilmente posso avere il sostegno diretto dei socialisti. Allo stesso modo, il fatto che io abbia introdotto i cattolici in Parlamento non vuol dire che essi mi favoriscano: già il solo fatto che ho lasciato il via libera ai socialisti sarebbe, da parte loro, sufficiente per votare contro di me.
    HEGEL E cosa importa che sei di Centro-Destra? Intanto hai concesso loro rappresentanza in Parlamento: ti sembra cosa da poco? E se non bastasse, ti ricordo che la sottoscrizione di un patto con i cattolici, il Patto Gentiloni, ti ha richiesto l’elencazione di ben sette punti per guadagnarti il loro appoggio: ostacolare i socialisti, favorire l’insegnamento privato e l’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche, impedire il divorzio, parità di diritti nel Consiglio di Stato, riforme giuridico-economiche e investimenti sul riconoscimento della civiltà italiana nel mondo… e i socialisti stessi, che prima non avrebbero avuto alcuna possibilità di avere accesso diretto alla vita politica del Paese, adesso grazie a te diffondono liberamente nel Paese scioperi, sindacati e proteste di massa…
    GIOLITTI …Ed è quello che avrebbe voluto anche lei, signor Hegel, perché i sindacati giovano alla società civile, così come la tutela degli individui.
    HEGEL Già. Così dovrebbe essere, effettivamente. Ma sei sicuro che ci sia tutela degli individui?
    GIOLITTI In che senso?
    HEGEL A questo punto entra in gioco un altro lato oscuro del tuo governo. Che mi dici di Gaetano Salvemini?
    GIOLITTI Mi ha diffamato pesantemente, accusandomi di essere un “ministro della malavita”.
    HEGEL Vuoi forse negare il senso delle sue parole? Al Nord proponi riforme, riassestamenti, innovazioni: come hai giustamente detto, ti sei dato da fare per la creazione di nuove industrie e per l’estensione della rete ferroviaria. Questo al Nord, ma al Sud? Là i contadini vivono ancora usando attrezzature “primitive”, e non godono di alcuna tutela. Anzi: Salvemini ha scritto che, durante le elezioni, c’erano diversi “funzionari” che costringevano la massa a votarti, anche con le maniere forti.
    GIOLITTI Non puoi dire questo. Io, da quando sono al governo, ho varato diversi provvedimenti per lo sviluppo delle industrie nel Sud. Ti dicono niente le industrie Bagnoli a Napoli?
    HEGEL Le industrie non bastano. Non vedi quanto è forte il fenomeno dell’emigrazione dal Mezzogiorno verso le Americhe? Prima di sviluppare le industrie, si deve rendere competitiva l’agricoltura, perché è l’agricoltura il bene primario, necessario alla sopravvivenza: la Tesi. Col protezionismo in vigore, Antitesi, i contadini del Sud non hanno nemmeno i soldi per comprare il pane. È inevitabile, dunque, che, ricercando una Sintesi, essi emigrino, o comunque cerchino di votare altri rappresentanti politici. L’Idea in Sé dello sviluppo industriale e l’Idea per Sé del regresso del Sud Italia ti costringono ad operare una politica ambigua, tanto che la satira ti ritrarrà in abiti borghesi davanti agli industriali del Nord, e in abiti dimessi mentre ti rivolgi ai contadini del Sud.
    GIOLITTI Mi stai dando del doppiogiochista? E allora come si spiega la mia proposta di riforma elettorale? Ammesso che io adoperi certi mezzi violenti per rimanere al governo, e non è così, non potrei comunque controllare tutti quelli che diventerebbero aventi diritto: non rischierei di minare la mia campagna elettorale, concedendo a tutti, anche ai miei moltissimi detrattori, di votare?
    HEGEL Ma la tua proposta di una riforma elettorale è in linea sia con i pensieri cattolico e socialista sia con la tua idea etica di Stato. La tua Ragione individuale potrebbe essere in disaccordo con questa riforma, ma la Ragione Assoluta , l’idea che ti sei formato di uno Stato etico (forse anche grazie a me) ti spinge a portarla avanti. Anche perché, nel caso ti presentassi contrario a questa riforma, ti ritroveresti a perdere quello che hai ottenuto in questi anni, ossia l’appoggio della tua nuova maggioranza.
    GIOLITTI Questo, tuttavia, non collima con l’impresa che sto intentando in Libia. Socialisti e cattolici sono contro la guerra…
    HEGEL …E nonostante ciò, l’hai iniziata senza consultare il Parlamento. Diciamocelo, anche tu non sei molto convinto di questa guerra. Sei sempre stato contro l’imperialismo e, inoltre, sei ben consapevole che la Libia è solo uno “scatolone di sabbia”, come l’ha definita Salvemini. Nonostante questa tua Tesi, tuttavia, hai bisogno di mandare avanti la guerra, perché in questo modo illudi gli elettori –e in cuor tuo speri, alienandoti– di agire per il bene dello Stato, perché c’è chi pensa che il possesso della Libia determinerà l’aumento delle ricchezze; inoltre, ti permette di godere anche di stima a livello nazionale ed internazionale, perché in questo modo metti bene in chiaro quali siano le forze del Paese, cioè le tue. In Sintesi, hai dichiarato guerra all’Impero Ottomano, perché così la tua immagine migliora e gli elettori ti votano alle elezioni, e anche perché un pezzo di terra in più non guasta mai; ma dentro di te rimani comunque dell’idea che la Libia sia solo uno scatolone di sabbia.
    GIOLITTI Questo è inammissibile! La guerra è necessaria, siamo stati oltraggiati…
    HEGEL …Perché il Gran Visir non è riuscito ad accettare il tuo sciocco ultimatum, che chiedeva di sgomberare la Tripolitania e la Cirenaica, entro il tempo massimo, che era di sole 24 ore? Andiamo, è solo una guerra utilitaristica per apparire una grande potenza agli occhi di tutti, per i motivi che ho già spiegato.
    GIOLITTI Ma a che servirebbe, sennò, una guerra in Libia? L’Italia, l’ho sempre detto, è un Paese gobbo, e si può governare solamente per quello che è. E l’Italia non è una grande potenza, anzi, a Macallè e ad Adua le nostre truppe sono state massacrate.
    HEGEL È inutile che insisti, è una guerra, e come guerra ha solo funzione utilitaristica. Ho capito che sei condizionato dal potere che il governo del Paese ti garantisce.
    GIOLITTI Apprezzo le sue riflessioni e ammiro la sua filosofia, ma lei si è fatto un’idea sbagliata di me.
    HEGEL Adesso, purtroppo, il mio tempo è scaduto. Devo tornare ad essere Filosofia pura. Addio.
    GIOLITTI Qualora dovesse ritornare, le dimostrerò che la guerra in Libia e la riforma elettorale hanno un loro perché al di fuori del mio egoismo. Addio, signor Hegel.



    GIOLITTI Diamine! Cosa c’era in quell’arzente?

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    Beh, visto che ho fatto gli orali, presento in questo topic la mia tesina, dal titolo "Il fumetto: opera d'arte moderna e completa".


    PREFAZIONE.
    Anni fa, il fumetto era considerato una forma di intrattenimento rivolta soltanto a bambini e ragazzi. In Italia questo accadeva per via dei disegni colorati e stilizzati, nonché dei temi apparentemente semplici, per cui il fumetto era etichettato come divertissement dal quale gli adulti non avrebbero tratto nulla. In realtà la produzione in questo campo che si è sviluppata nel corso di 110 anni, in particolare sul versante dei manga e delle graphic novel, sta inducendo la maggior parte delle persone a cambiare il proprio punto di vista, e a giudicare il fumetto come un'opera d'arte, paragonabile alle sette arti canoniche.
    Ma cos'è il fumetto? Hugo Pratt, autore di “Corto Maltese”, lo definisce come letteratura disegnata, mentre Will Eisner, prestigioso fumettista statunitense, lo chiama arte sequenziale. Sono entrambe valide definizioni, che mettono bene in evidenza la duplice natura del fumetto come opera letteraria e opera artistica. Si potrebbe definire il fumetto come un'opera d'arte complessa, che si avvicina al concetto di Gesamtkunstwerk, ovvero “opera d'arte completa”, di Wagner, di cui il primo Nietzsche fu uno dei massimi teorici: se tuttavia il Gesamtkunstwerk è da riferirsi alla fusione tra teatro e musica, il fumetto racchiude in sé letteratura e disegno artistico.


    Il fumetto come arte sequenziale. - STORIA DELL'ARTE, ITALIANO
    Soffermiamoci sulle radici dell'aspetto artistico del fumetto: è possibile ritrovare lo stesso tipo di linguaggio del fumetto nelle antiche pitture rupestri, in quanto usavano diversi disegni, legati tra loro sequenzialmente, come monito di caccia; oppure, nel mondo classico, la Colonna Traiana, che descrive la campagna militare dell'imperatore Traiano in Dacia, ponendo sui piani più alti della colonna gli avvenimenti più recenti. Altri validi esempi potrebbero essere i Biblia Pauperum del Medioevo, atti a diffondere il messaggio di Cristo a quanti non riuscivano a comprendere direttamente i testi sacri attraverso delle piccole miniature che corredano i passi biblici, o l'arazzo di Bayeux, che, sempre affiancando testi e immagini, narra le vicende del 1066 nell'isola britannica; o ancora le stampe che iniziarono a diffondersi a partire dai giornali illuministi, che preludono alle attuali vignette satiriche. Un modo innovativo per definire il legame testo-immagine si ha nella letteratura di fine Ottocento-inizio Novecento, quando si è iniziato a sperimentare la disposizione delle parole come a comporre un disegno o a definire un messaggio preciso: nella poesia di Stephen Mallarmé Un coup de dés jamais n'abolira le hasard, dove il poeta maledetto dispone disordinatamente le parole, l'impatto visivo che esse suscitano all'interno della pagina è importante quanto il testo stesso; Guillaume Apollinaire compose dei calligrammi nei quali le parole venivano disposte secondo varie forme, idea che affascinò i Futuristi, che ne fecero ampio uso nella diffusione del proprio messaggio. Infine, sebbene il fumetto tragga parte delle sue radici dall'arte visiva, già agli inizi del Novecento riuscì a differenziarsi quale arte indipendente fino ad ispirare vari pittori, soprattutto nell'ambito della Pop Art (l'esempio più lampante è Roy Liechtenstein), che hanno preso spunto da questa neonata forma d'arte per dipingere scene derivate dalla società di massa.


    Il fumetto come letteratura disegnata.
    Passiamo ora a trattare del valore letterario del fumetto. Perché il fumetto è anche “letteratura disegnata”? La risposta è semplice: perché molto spesso nei fumetti vengono trattate tematiche classiche proprie della tradizione letteraria, oppure se ne creano di nuove attraverso le peculiarità tipiche del fumetto. Nelle schede seguenti verranno analizzati i rapporti tra le varie opere fumettistiche e le discipline letterarie e filosofiche.


    Rapporto tra letterati e fumetto - Il fumetto oggi - ITALIANO
    A dimostrazione della natura artistica e letteraria del fumetto, possiamo ritrovare diversi letterati moderni, anche di notevole impatto culturale, confrontarsi con questa nuova arte.
    Fu Umberto Eco, filosofo, romanziere e saggista tra i più importanti della storia letteraria italiana, a introdurre i lettori italiani ai Peanuts, le celebri strisce che narrano le vicende di Snoopy e Charlie Brown, definendo il loro autore Charles Monroe Schulz un “Poeta che non beve, non fuma e non bestemmia”: la definizione di “Poeta” è giustificata da Eco partendo dal presupposto che un poeta è colui che è in grado di cambiare gli stati d'animo del lettore attraverso il proprio prodotto. Attraverso questa prefazione, inoltre, Eco fu il primo intellettuale a mettere in discussione la natura esclusivamente infantile del fumetto, in quanto riflette la situazione della società nella quale viene scritto.
    Dino Buzzati scrisse una famosa prefazione a un libro, Vita e dollari di Paperon de' Paperoni, oggi divenuto un pezzo da collezione perché per la prima volta ha presentato ai lettori il genio di Carl Barks, autore di un esteso corpus di storie di Paperi, che prima, come tutti gli altri artisti disneyani, pubblicava i suoi fumetti escluivamente dietro la firma di Walt Disney. In questa prefazione, lo scrittore identifica sia Paperone che Paperino come delle figure di primo acchito negative, per le quali, tuttavia, il lettore non può far altro che parteggiare, in quanto rappresentano i vizi e le virtù del ceto medio e della società capitalistica: è proprio per i loro difetti che sono diventati gli idoli di intere generazioni di lettori.

    Con questo percorso si è dunque cercato di riassumere l'influsso del fumetto nella storia e nella cultura. Ormai il fumetto è ritenuto la “nona arte”, e su di esso si è creata una solida base di aficionados che coltivano la propria passione: a Lucca, ogni anno, si tiene un grande evento, il “Lucca Comics & Games”, che richiama migliaia di lettori da ogni parte di Italia e che spesso accoglie come ospiti i più illustri fumettisti al mondo.
    L'arte del fumetto si avvale ora di programmi di computer grafica quali Photoshop e Paint.net, che permettono di sperimentare nuove vie per espandere il linguaggio fumettistico.
    L'influenza dei personaggi dei fumetti si sta espandendo sempre di più in ogni ambito socio-culturale, entrando nell'immaginario collettivo di ciascuno: la coperta di sicurezza di Linus quale necessità psicologica di un feticcio; le maschere di V usate dagli “indignati” o dal gruppo di hacker Anonymous; la parodia della sigla Senatus PopulusQue Romanus, “Sono Pazzi Questi Romani!”,
    diventata celebre grazie ad Asterix.


    I Peanuts di Charles Monroe Schulz e l'esistenzialismo. - FILOSOFIA
    Spesso si è accostato il pensiero di uno dei fumettisti più celebri al mondo, Charles Schulz, autore delle avventure di Charlie Brown e Snoopy, al pensiero esistenzialista. Effettivamente, ci sono varie ragioni per affermare questa tesi. Innanzitutto, il tempo storico: l'esistenzialismo ha il suo apice con la personalità di Jean-Paul Sartre, che scrisse le sue opere maggiori tra gli anni Quaranta e gli anni Sessanta, mentre Schulz disegnò i suoi Peanuts per quasi un cinquantennio, tra il 1950 e il 2000. In secondo luogo, Schulz, pur non conoscendo niente di filosofia, come afferma egli stesso, è stato in grado di rendere le sue “noccioline” protagoniste del senso dell'esistenza e del mistero della vita. Charlie Brown è un vinto: è un “bambino dalla testa rotonda” che non vince mai una partita di baseball, non riesce a dichiararsi alla sua adorata ragazzina dai capelli rossi e risulta essere un tira-e-molla in ogni azione che compie. Che dire poi di Linus, il cui complesso della coperta è diventato un'antonomasia nella psicologia moderna? Proprio attraverso Linus Schulz esprime le proprie riflessioni più argute: questo “filosofo esistenziale” riesce a cavarsela meglio di Charlie Brown nella risoluzione dei problemi della vita grazie alle sue doti intellettuali, ma è comunque intriso di false convinzioni che ne fanno un vinto. L'esempio più clamoroso, in questo senso, è rappresentato dall'attesa del Grande Cocomero ogni notte di Halloween, rimanendone sempre deluso.

    Dago, il giannizzero che va oltre l'umanità – FILOSOFIA
    Uno dei personaggi più popolari in Italia, Dago, personaggio creato da Robin Wood, è al centro di una serie di avventure vissute nel Cinquecento. Schiavo, giannizzero, amico/nemico di Barbarossa, soldato di Francesco I e eretico perseguitato dall'Inquisizione della Spagna di Carlo V, Dago è posseduto nell'animo da un solo obiettivo: quello di vendicare la morte dei suoi genitori. Rintraccia e giustizia tre degli assassini, mentre per il quarto, che è causa di tutte le sue vicissitudini e della rovina della sua vita, procrastina la morte per continuare ad avere una ragione per rimanere attaccato alla vita. Dago affronta il fanatismo religioso, la potenza di re, alti prelati e grandi condottieri che le sue vicissitudini gli fanno incontrare. In questo mondo, Dago si fa da paladino di una proprio concetto di giustizia, che esula dalla concezione di un Dio, sia quello cristiano o quello islamico, e si basa sulla praxeis: diventa protettore di deboli e oppressi, lottando contro ogni sopruso dei potenti. In lui, però, c'è un bisogno di pace che si manifesta quando decide di assaporare la tranquillità di un villaggio, trovando finalmente il suo buen retiro, che è una chiara esplicazione della filosofia di Nietzsche dell'attaccamento alla terra di Zarathustra.

    Le Sturmtruppen e la vita di trincea- STORIA
    Nelle due guerre mondiali i soldati morivano non solo per le battaglie, ma anche per le estreme condizioni in cui erano sottoposti all'interno delle trincee. I mezzi di sussistenza erano carenti, le condizioni igieniche scarse, il desiderio di casa e d'amore struggente: è in questo contesto che si sviluppa la serie di strisce più conosciuta di Bonvi, Sturmtruppen. Questa serie, nata nel 1968, ironizza sulla vita militare, rappresentando soldati indisciplinati, un sergente sadico e capitani incapaci; e in questo baillamme tedesco, un rappresentante dell'esercito italiano, Galeazzo Musolesi, vano e pretenzioso. La vita di trincea viene esasperata: l'esercito delle Sturmtruppen, del resto, lotta contro un nemico che non appare mai...

    Mafalda contestatrice - STORIA
    Anche un altro celebre personaggio dei fumetti, la Mafalda di Quino, con il suo animo contestatore, manifesta il timore generale per una nuova, eventuale corsa alle armi, consolando spesso il proprio mappamondo pieno di persone che “non sanno quello che fanno” o desiderando per ogni Natale la pace nel mondo o che il papa e il presidente dell'ONU si mobilitino per far cessare le ostilità.

    Alan Moore e la letteratura utopistica. - INGLESE
    Uno dei romanzi più influenti della letteratura del Novecento è senza dubbio Nineteen-eighty four di George Orwell. Il successo di questo libro è evidente nella letteratura e nella filmografia successiva (si pensi a Fahrenheit 451 di Ray Bradbury), ma è un fumettista ad aver fatto del tema della distopia uno dei punti cruciali della sua opera. Alan Moore, fumettista inglese, è noto soprattutto per due graphic novel: Watchmen e V for Vendetta. In Watchmen, si narra di un'America dove i supereroi esistono, la guerra del Vietnam si è conclusa favorevolmente e Richard Nixon, scampato allo scandalo Watergate, si disfa del XXII emendamento, diventando presidente degli Stati Uniti per cinque mandati consecutivi e instaurando una dittatura personale. V for Vendetta narra di una distopica Londra fronteggiata con enorme coraggio e arguzia dal ribelle e eccentrico V, che, celandosi dietro la maschera di Guy Fawkes (ribelle che fu protagonista della congiura delle polveri del 1605) e con l'intento di vendicarsi della sua reclusione in un campo di concentramento, colpisce nel cuore le istituzioni totalitarie, con l'appoggio di Evey Hammond attraverso diversi atti terroristici, il più importante dei quali è simbolicamente avvenuto il 5 novembre. Il successo del fumetto è tale da essere diventato uno dei punti di riferimento per sommosse ed atti di ribellione: ad esempio, il celebre gruppo di hacker Anonymous si identifica con la stessa maschera di Guy Fawkes usata da V.


    Affinità tra le favole di Esopo e Fedro, il mondo Disney e Lupo Alberto. - LATINO
    Spesso latinisti e grecisti sono stati interessati all'influenza degli scrittori classici sulla società moderna. Il latinista Ferruccio Bertini, durante un suo convegno sulla favolistica latina tenutosi ad Assisi nel 1990, osservò che lo schema della favola classica era stato assunto anche dalla banda Disney, dove ogni personaggio, nelle sue fattezze animali, rappresentava vizi e virtù appartenenti alla sfera umana: egli però notò anche che, mentre nelle favole di Esopo e di Fedro ogni animale era incondizionatamente associato a una qualità umana (la volpe astuta, il leone superbo, il lupo avaro o il cane fedele...), nel mondo Disney la “fissità della specie” viene abbondantemente superata, in quanto i personaggi più sviluppati, come Paperino o Topolino, sono stati resi umanizzati e non sono più chiusi in un canovaccio da recitare pedissequamente. In questo senso Moreno Burattini, fumettista laureato in Lettere che ha sceneggiato storie di Lupo Alberto, ha posto l'accento sulla maggiore affinità che intercorre tra le favole esopiche e le storie dei personaggi della fattoria McKenzie, in cui Lupo Alberto e i suoi compagni sono ben consapevoli della propria natura animale. Alberto svolge il proprio ruolo di Lupo, intento a sottrarre al pollaio una Marta che sa di essere gallina, cercando di eludere la sorveglianza dell'infido cane Mosè: ogni animale, dunque, svolge il proprio ruolo all'interno della fattoria, come se non ci fosse un padrone a cui, tuttavia, ogni tanto si riferiscono; allo stesso modo, all'interno della serie si possono incontrare i personaggi di Gideon e Jasper, un gatto ed una volpe che cercano di derubare la fattoria con la furbizia di quest'ultimo (fallendo quasi sempre per l'inettitudine del primo), riprendendo il classico stereotipo della volpe astuta.

    La banda Disney e i classici – GRECO, ITALIANO
    Non solo i personaggi Disney traggono origine dalla favola classica, ma essi si riallacciano alla classicità in varie occasioni. Diverse storie Disney, infatti, si riconducono direttamente a miti e leggende, molte delle quali provengono dal mondo classico.
    La storia di Carl Barks Zio Paperone e il vello d'oro rimanda alle Argonautiche di Apollonio Rodio. Barks, basandosi sul mito greco, ha creato un'avventura dove uno Zio Paperone capriccioso è intento a procurarsi un vestito in oro per non essere da meno degli altri ricchi che portano sempre appresso un “abito da passeggio”. L'intelligenza di Carl Barks, in questo caso, è stata quella di utilizzare diversi elementi del mito per creare una storia originale. D'altra parte molti fumettisti disneyani, in particolare quelli italiani, si sono prodigati nella stesura e nel disegno delle cosiddette “Grandi Parodie Disney”, come il celebre Inferno di Topolino scritto in terzine di endecasillabi sciolti da Guido Martina e reso graficamente da Angelo Bioletto, dove è Topolino a ripercorrere la strada già percorsa da Dante, che lo attende mentre punzecchia con una stilografica i “traditori massimi” usurpatori della Divina Commedia: i due cartoonist stessi.



    Bibliografia di riferimento
    -Manuali scolastici
    -E. Bernini, R. Rota, Eikon. Guida alla Storia dell'Arte, vol. 3, Editori Laterza, Bari 2008
    -C. Bologna, Rosa fresca aulentissima, vol. 5, Loescher, Torino 2010
    -L. Geymonat, La realtà e il pensiero. La ricerca filosofica e scientifica, vol. 3, Garzanti Scuola, Varese 2012
    -G. Garbarino, Opera, vol. 3, Paravia, Varese 2004
    -G. Guidorizzi, Letteratura greca, vol. 3, Einaudi Scuola, Gorgonzola (MI) 2013
    -G. Thomson, S. Maglioni, Literary Hyperlinks. An interactive laboratory of literatures, vol. 3, Cideb, Torino 2009
    -V. Castronovo, Milleduemila. Un mondo al plurale., vol. 3, La Nuova Italia, Milano 2012
    -Altri testi consultati
    -Daniele Barbieri, Breve storia della letteratura a fumetti, Carocci Editore, Urbino 2009
    -Moreno Burattini, Nella vecchia fattoria, in Silver, Lupo Alberto & La fattoria McKenzie, Oscar Mondadori, Cles (TN) 2011
    -Umberto Eco, Prefazione in Charles M. Schulz, Arriva Charlie Brown, Milano Libri, Milano 1963
    -Dino Buzzati, Prefazione in Walt Disney, Vita e dollari di Paperon de' Paperoni
    -Link consultati
    -Nathan Radke, Sartre & Peanuts, http://philosophynow.org/issues/44/Sartre_and_Peanuts


    Ringrazio Darksilver per avermi fatto vedere la sua e per avermi dato ispirazione per accennare a Watchmen (anche se ne ho parlato pochissimo e ho preferito concentrarmi su V per Vendetta) e mio fratello per avermelo revisionato, per il resto ho fatto delle ricerche indipendenti. asd

    *N.B.: non mi va di mettere in corsivo quelle scritte che in originale lo erano, sappiate che l'ho messo a tutti i titoli e alle parole straniere per non dover mettere le virgolette asd

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    Bravo Zig, lavoro stupendo asd Molto interessante l'analisi filosofica e psicologica dei vari fumetti, ma non avrei avuto dubbi su questo.
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    gg Zig, sono lieta che la mia tesina ti abbia dato ispirazione e ti sia servita mki
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    Grazie per l'apprezzamento, ragazzi asd Speriamo che la commissione la pensi allo stesso modo ueue


    Sto postando da un cellulare a caso, probabilmente coricato su di un letto.

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