Questo è un articolo di Yuji Chikushi per TOYO KEIZAI ONLINE, riportato in inglese da Ignition. L'ho trovato molto bello e ho pensato di tradurlo a mia volta in italiano. Buona lettura.
L'11 luglio Satoru Iwata, presidente e CEO di Nintendo, ha scosso il mondo con la sua improvvisa scomparsa. Era una persona pacata e amabile, proprio come sembrava dall'esterno. Non l'ho mai visto perdere compostezza di fronte alle domande dei giornalisti, non importa quanto fossero dure e pungenti.
Le sue buone maniere di fronte al pubblico rimanevano le stesse di persona. Ma c'era un'eccezione: quando iniziava a parlare di videogiochi. Era un argomento che lo sguinzagliava e lo emozionava istantaneamente. Sono abbastanza certo che qualunque reporter abbia avuto modo di parlargli di persona sia rimasto sopraffatto da questo lato passionale della sua personalità.
Mentre lavoravo ad Osaka da aprile 2012 a marzo 2014, uno dei miei compiti regolari da giornalista era di scrivere su Nintendo.
Qual era il suo gioco preferito?
Nel luglio 2013, ho avuto l'occasione di intervistare Iwata negli uffici principali della compagnia di Kyoto. Durante l'intervista mi sono improvvisamente ricordato la sua famosa citazione, "nel mio biglietto da visita sono un presidente, nella mia mente sono uno sviluppatore, ma nel mio cuore sono un giocatore". Anche se non aveva a che fare col tema dell'intervista, non potevo non fargli questa domanda.
"Iwata-san, ha il cuore di un giocatore, quindi qual è il suo gioco preferito?"
Ecco cosa ha risposto.
Visto che questi commenti in rilassatezza sono stati fatti durante un'intervista nel periodo in cui Iwata ha attirato tanta attenzione dei media affermando coraggiosamente "puntiamo a 100 miliardi di yen di profitto e questo è il nostro impegno", questa parte dell'intervista è rimasta non pubblicata.Satoru Iwata ha scritto:Ummm... è una domanda difficile. Un tempo sviluppavo giochi, quindi ho un attaccamento speciale per quelli in cui sono stato più coinvolto come programmatore o produttore. Direi "Kirby Super Star", "EarthBound (Mother 2)" o "Super Smash Bros.", è abbastanza difficile nominarne solo uno.
Vedo i giochi che ho prodotto da molto vicino, come se fossero miei figli, per così dire. La mia percezione di essi quindi è diversa dalle altre persone. Quando li stavo sviluppando lavoravo quasi ogni giorno fino a notte fonda, finché non vedevo sorgere il sole sul Monte Fuji. Quindi ripensandoci mi tornano in mente i ricordi degli sforzi creativi, tutti insieme - di come mi è venuta l'idea per il concetto originale, di come pensavo di trasformarlo in qualcosa di tangibile, quali di queste idee hanno raggiunto i consumatori e quali no - sai, cose del genere. Queste emozioni chiaramente separano il mio modo di vedere quei giochi da qualsiasi altra persona che li apprezza come un normale giocatore.
Quindi non è facile dire quale mi piace di più. Come creatore, è diventata una mia abitudine pensare a cosa ha reso un prodotto un grande successo, o al contrario, perché un gioco che consideravo molto divertente non ha guadagnato grandi consensi e attenzione. Forse non mi godo questi giochi allo stesso modo di un consumatore che li compra per divertirsi. È perché me li godo come parte del mio lavoro.
Metti caso che io vada a Disneyland. Per assurdo, non riuscirei semplicemente ad essere un visitatore che si eccita a provare le attrazioni. Invece, tendo a mettermi nei panni di chi le ha create. È un'abitudine. Anche quando guardo un film, non riesco a non immaginare cosa passava per la testa del regista durante la creazione di una particolare scena. La mia mente va subito direttamente in quel verso, anche se non sono uno specialista di cinema.
Ma mi sono rimasti impressi anche dopo aver concluso il mio incarico con Nintendo, perché riflettevano vividamente il suo lato personale. Dietro la maschera da leader di azienda c'era un uomo che amava veramente i videogiochi, e giocarli col cuore.
Non scorderò mai neanche l'ultima cosa che mi ha detto prima di lasciare il suo ufficio al termine dell'intervista:
Era davvero un uomo premuroso.Satoru Iwata ha scritto:Hai presente la domanda sul mio gioco preferito? Scusa se non sono riuscito a rispondere bene. È arrivata così all'improvviso che non mi è venuta in mente una risposta secca. Avrò una risposta pronta per te la prossima volta che ci incontreremo.
Un vero intrattenitore nel cuore
La premurosità di Iwata è trasparsa anche alla fine della conferenza nell'Osaka Securities Exchange. Al contrario della maggior parte dei grandi leader che non appena finiscono il discorso vanno via, lui rimaneva a chiacchierare coi report il più possibile.
Ha continuato a intrattenersi in conversazioni informali, finché un assistente è dovuto andare ad avvertirlo con voce squillante "signore, sarebbe l'ora di andare, o perderà lo Shinkasen (treno ad alta velocità)!"
Quando lo vedevamo per un'intervista preparava sempre delle storie interessanti da raccontarci. Era un uomo che pensava "devo preparare qualche nuovo spunto di discussione visto che sono venuti fin qui a intervistarmi". Non trattava così solo i reporter, lo faceva con tutti. Trattava le persone con ospitalità per natura.
Ora che ha lasciato il suo lavoro ed è alle porte del Paradiso starà giocando un sacco, indulgendo coi giochi che amava davvero come giocatore. O magari no, considerando la sua professionalità, sarà ancora assorto a pianificare questo e quello su come rendere i suoi giochi ancora più divertenti.
Ho tradotto questo articolo dall'inglese, non ne sono l'autore. Di nuovo, grazie a Ignition e Yuji Chikushi di TOYO KEIZAI ONLINE.
