Ma ai The Game Awards importa davvero dei videogiochi?

Mi piacciono i The Game Awards. Non perché io mi diverta a fare console war o competizione tossica di qualsiasi tipo, ma perché trovo che sono delle belle cerimonie che evidenziano quanto di bello c'è stato nel mondo videoludico nel corso dell'anno; puoi ritrovarci titoli conosciuti e non, che rimarranno nella storia e che puoi decidere di recuperare prima o poi.

È dal 2017 che li seguo, tuttavia per quanto abbiano degli aspetti positivi, trovo che i The Game Awards abbiano tanti, troppi lati negativi che si potrebbero riassumere dicendo che a Geoff Keighley e compagnia non importi veramente la valorizzazione del videogioco come forma di lavoro e come forma artistica. Subito dopo la passata manifestazione ero arrabbiatissimo e, se eravate presenti alla nostra live su Twitch, ricorderete il mio sfogo dove dissi, impulsivamente, di voler scrivere un articolo che criticasse i premi. Non lo realizzai, ma visto che ci stiamo avvicinando all'edizione di quest'anno mi sono finalmente deciso a ritagliarmi un po' di tempo, mettermi al computer e scrivere.

Premetto che il mio articolo non vuole giudicare le candidature, non sono un recensore o un critico videoludico. Per quanto mi riguarda tali scelte devono spettare solo e solamente a chi in questo settore ci lavora a stretto contatto e non mi interessa dire "dovevano candidare questo o quello e invece hanno candidato quest'altro". No.

Anticipo anche che non parlerò nemmeno della decisione di rendere candidabili i DLC a tutte le categorie, compresa quella del gioco dell'anno (tra l'altro già possibile in passato, vista la vittoria di The Witcher 3: Wild Hunt – Blood and Wine nella categoria di miglior gioco di ruolo nel 2016), ne hanno parlato già in tanti e sono discussioni che dopo un po' stancano se affrontate ripetutamente.

Ciò che voglio criticare è l'intera struttura e organizzazione di questa manifestazione e, spero mi perdonerete, farò continui confronti con i premi cinematografici, un mondo di cui sono appassionato.

Il problema delle categorie

Se ti chiami "The Game Awards", uno dei tuoi slogan è "The global celebration of video games" (ossia "La celebrazione mondiale dei videogiochi") e dici di "riconoscere e sostenere l'eccellenza creativa e tecnica dell'industria videludica", io mi aspetto che vengano riconosciuti i lavori di tutte le persone che lavorano all'interno di un'azienda e che si dia ampio spazio ai vari campi coinvolti nello sviluppo di un gioco. Così non accade.

Il vasto gruppo di Ubisoft Toronto nel 2020. Si, non esistono solo i produttori

Escludendo eSports e creator, le categorie "tecniche", ossia che coinvolgono un singolo settore nello sviluppo, sono soltanto 7 su 26. Queste sono: Best Game Direction, Best Narrative, Best Art Direction, Best Score and Music, Best Audio Design, Best Performance e Best Multiplayer.
Mi sembra ovvio dire che non è abbastanza, non sono solo questi 7 i reparti coinvolti nella produzione di un gioco ma molti di più. Giusto per darvi un paragone, gli Academy Awards (gli oscar per intenderci) per il cinema, hanno 16 categorie tecniche su 23.
Perché non esistono, ad esempio, categorie altrettanto affascinanti come Best Level Design, che andrebbero a premiare chi ha saputo meglio costruire i livelli in funzione al gameplay? E nel caso dei giochi più aperti si potrebbe parlare di Best World Design. Oppure perché non esiste proprio il Best Gameplay o Best Mechanic Design, proprio per premiare chi ha saputo costruire e inventare la miglior esperienza per il giocatore? Non ho nemmeno mai visto un premio come Best Character Design, per chi crea i personaggi meglio contestualizzati nel mondo e nella storia del gioco. Non esiste il premio Best System Design che andrebbe a premiare chi meglio ha saputo gestire le meccaniche eseguite in background nel gioco. E, accorciando il discorso, non esistono premi per le migliori capacità informatiche come ad esempio Best Technical Design, Best Software Engine, Best Artificial Intelligence (per evitare di essere frainteso, intendo chi riesce a sviluppare la miglior intelligenza artificiale dei nemici, ad esempio) e, perché no, anche Best UI Design.

Si potrebbe sicuramente dire che tutti questi reparti sono già compresi nelle categorie Best Game Direction e Best Art Direction ma sono macro-categorie che non bastano a dar valore alle opere videoludiche. Soprattutto se poi, in fase di candidatura, non citi la persona responsabile che meriterebbe il premio. Io vorrei conoscere chi ha lavorato dietro le quinte, desidero sapere chi è stato a realizzare un magnifico lavoro e non mi puoi costringere ad andare a riguardare i titoli di coda dell'opera per capire di chi è il merito. Per fortuna sul palco a ritirare il premio ci vanno proprio gli addetti ai lavori, almeno quello.

Oltre a questo c'è una categoria in particolare a cui viene data molta importanza ma che viene valorizzata poco, sto parlando del Best Performance. Questo premio è un casino, vengono messi insieme doppiatori e attori prestavolto ma a quanto pare nessuno ha avvisato i The Game Awards che sono due lavori di recitazione molto diversi; per spiegarla brevemente, in uno coinvolgi il tuo corpo, nell'altro solamente la tua voce.
Queste due categorie dovrebbero essere separate in Best Voice Actor e Best Actor, perché altrimenti poi è ovvio che su dieci edizioni solo uno è stato vinto da un doppiatore (Trey Parker per South Park: The Stick of Truth). Non perché i doppiatori non siano capaci, ma perché non possono competere usando il 50% della propria persona contro chi ne usa il 100%.


Per quanto mi riguarda dovrebbero anche essere differenziate le categorie femminili e maschili perché i due sessi hanno caratteri e gestione delle emozioni parecchio differenti, una differenza accentuata soprattutto nella scrittura artistica dove si tende a estremizzare più del normale per costruire dei personaggi che rimangano impressi nello spettatore.

Le categorie attualmente presenti

Dei premi che ci sono, parecchi non hanno senso di esistere.

Tutte le categorie che premiano solo un genere videoludico nello specifico sembrano un contentino o un'emarginazione per metterci tutti quei giochi che non vengono presi in considerazione seriamente (è un discorso che riprenderemo più avanti), creando situazioni imbarazzanti come nel 2022 e nel 2023 dove nella categoria Game of the Year , 4 su 6 erano candidati anche a Best Action/Adventure, anticipando sin da subito quali giochi e quali no avessero la possibilità di competere per il premio più prestigioso. Se si vogliono celebrare i videogiochi nella loro interezza, allora facciamoli competere tutti insieme senza dividerli in questo modo.

Le categorie Best Independent Game e Best Debut Game vanno in conflitto e spesso coincidono per via dei giochi che vengono candidati ad entrambi i premi. Sarebbe il caso di mantenere solo uno dei due, decidendo se si vuole valorizzare l'intero panorama indie o i debuttanti. Ma oltre a questo, si sono anche create situazioni molto strane negli ultimi anni: nel 2023 Dave The Diver venne candidato al Best Independent Game anche se non era un gioco del tutto indipendente e nel 2019 Untitled Goose Game venne candidato a Best Debut Indie Game anche se la House House aveva già sviluppato Push Me Pull You nel 2016.

Le candidature degli ultimi 3 anni, sono più i giochi condivisi che quelli esclusivi da una parte o dall'altra

La categoria Games for Impact è una bella idea su carta ma nella pratica toglie valori ai giochi con un forte messaggio sociale. È una categoria che dovrebbe essere aperta a tutti ma dà invece l'impressione di essere un premio per i "giochi di serie B". Negli anni abbiamo visto in questa categoria giochi indipendenti oppure pochi giochi tripla A che però non concorrevano per altri premi. Se pensano che i giochi "d'impatto" meritino un riconoscimento particolare, perché non li fanno conocorrere in tutte le categorie trattandoli normalmente? Nella critica vanno prese in considerazione anche i messaggi sociali nel quadro generale di un'opera ma suddetti giochi sono stati ghettizzati in una categoria a parte. Infine i criteri di selezione e di vittoria non sono chiari. Viene dato al gioco più didascalico di tutti? Perché allora dai l'impressione che un gioco come Detroit: Become Human non possa essere candidabile solo perché ha utilizzato una storia allegorica per raccontare del razzismo e della xenofobia.

La categoria Best Ongoing sembra essere solo per i giochi più commerciali e che non abbiano necessariamente una vera valenza artistica. Il Best Community Support ha un criterio di scelte troppo insindacabili e aleatorie che non hanno a che vedere con i videogiochi in senso stretto. Most Anticipated Game non ha proprio dei criteri e sembra solo pubblicità per i tripla A. Non parliamo poi del Best Family Game, categoria da sempre dominata da Nintendo, i cui criteri di selezione dopo 10 anni ancora non si capisce quali siano.

Concludendo poi questo discorso, tutti i premi che coinvolgono l'eSports e i content creator dovrebbero essere una manifestazione a parte perché trattati in modo troppo semplicistico: qualcuno dica ai The Game Awards che non puoi candidare sotto la stessa categoria atleti di giochi competitivi differenti, sarebbe come paragonare un giocatore di calcio con uno di pallacanestro. Sono premi inutili e lo sanno pure loro dal momento che, nel tempo record di 1 minuto, hanno liquidato tutti i premi eSport.

Un processo di selezione superficiale

È già diffusa l'idea che la scelta dei giochi candidati non sia sempre corretta, ma perché avviene questo? Il motivo non vi piacerà.

Facciamo il confronto con gli Academy Awards del cinema: il processo di selezione è lungo e graduale. Un film per essere candidabile deve rispettare certi requisiti imposti dall'Academy e se li rispetta, può auto iscriversi per il processo che avviene nella prima fase. Entro una certa scadenza, la giuria deve guardare tutte le pellicole per poi esprimere i propri giudizi. Poi, solo per alcune categorie, ci sono le short-list (una sorta di "candidatura alla candidatura"), dove la giuria deve nuovamente dare un giudizio sui film arrivando a stilare quindi le nominations definitive.
Cosa non banale, la giuria è composta non solo da critici cinematografici ma anche da addetti ai lavori (registi, attori, direttori della fotografia, costumisti, eccetera eccetera).
Si capisce, dunque, che per quanto anche in questi premi ci siano regolamenti non proprio corretti e si creino comunque situazioni ambigue, la selezione ha un criterio logico.

Tipico giurato dei Premi Oscar dopo aver passato notti insonni a guardare film.
Frame dal film "Coraline e la porta magica"

Cosa succede invece ai The Game Awards?

Consultando il regolamento sul sito ufficiale emerge che non sono richiesti moduli di iscrizione e che tutti i giochi usciti entro il 22 novembre sono automaticamente eleggibili per le candidature. Sostanzialmente uno sviluppatore non ha bisogno di iscriversi, poiché secondo i criteri di selezione il gioco risulta automaticamente registrato. O almeno dovrebbe.

Nel 2021 all'interno del podcast "Inside The Game Awards", Geoff Keighley dichiarò che durante la selezione dei candidati, non tutto lo staff abbia il tempo di provare tutti i giochi e che quindi alcuni generi (e di conseguenza alcuni giochi) siano avvantaggiati rispetto ad altri perché più popolari.

Mi perdonerà la mia professoressa di letteratura del liceo se adesso userò un tono colloquiale per questo articolo, ma in che senso? Che vuol dire? La giuria dei The Game Awards, celebrazione videoludica per eccellenza (o almeno così dicono), non giocano tutti i giochi usciti in un anno? Ma queste sono premiazioni o concorsi di popolarità?

Ecco spiegato allora come mai Among Us, uscito nel 2018, venne magicamente candidato all'edizione 2020 violando il regolamento sul cutoff. Perché prima che diventasse un tendenza sui social e sulle piattaforme streaming, non ne conoscevate nemmeno l'esistenza. Eppure parliamo di una giura che dovrebbe essere pagata per fare questo.

Non ci sono criteri di eleggibilità e la giuria non ha idea di cosa trattino la maggior parte dei giochi candidabili votando a preferenze personali, impossibilitando un concorso equo. L'impressione che viene data è quella di un vasto gruppo di persone che decidono in un pomeriggio chi candidare: si comprende ora come mai sono sempre e solo gli action/adventure a finire nella categoria Game of the Year mentre gli altri si devono accontentare della categoria del proprio genere videoludico.

Come inoltre avrete sicuramente capito, la giuria è composta esclusivamente da testate giornalistiche e recensori provenienti da tutto il mondo (con una forte prevalenza degli Stati Uniti d'America), lasciando da parte gli addetti ai lavori. Una decisione poco corretta dato che sono gli sviluppatori ad avere gli strumenti e l'esperienza per valutare al meglio il lavoro tecnico di qualcun altro.

Ironico ci sia un orchestra a suonare un medley dei candidati al GOTY ma poi a votare il premio per la miglior colonna sonora sono dei giornalisti

La cattiva gestione del tempo

C'è un grosso problema strutturale nelle fasi preliminari, ma anche la manifestazione stessa non è da meno.

La cerimonia dura tre ore e mezza, gestite nel peggiore dei modi possibile. Il tempo dedicato ai premi è ridotto all'osso e i The Game Awards perdono enorme tempo su annunci e trailer. Non ho personalmente cronometrato il tutto ma se analizziamo la diretta dello scorso anno, ci sono stati 51 annunci mentre i premi assegnati sono solamente 32. Uno squilibrio considerevole, eppure il nome dello show è e continua a essere "The Game Awards". Di questi annunci a fine serata ne rimangono impressi al massimo una decina e tutto il resto fa da contorno. I The Game Awards dovrebbero imparare a selezionare in modo più oculato gli annunci proposti dai distributori, perché poi il tutto si trasforma nell'ennesima copia dell'E3 con annunci poco interessanti o addiritura soporiferi.

L'enorme tempo dedicato agli annunci si fa notare ancora di più se consideriamo che alcuni premi, anche di quelli più importanti, vengono buttati via in una manciata di secondi. A quanto pare agli organizzatori poco importa dei premi. Non gli interessa nemmeno degli sviluppatori, perché se si azzardano a fare un discorso più lungo di 30 secondi, questi si ritrovano davanti l'enorme e ormai famosissima scritta "Please wrap it up", indiscriminatamente dal fatto che tu sappia parlare inglese o abbia bisogno del traduttore che ti fa perdere ancora più tempo. Alla faccia di tutti gli slogan che ho nominato a inizio articolo.

Di per sé, il tempo limite ai discorsi sul palco non è un problema, anche gli Academy Awards lo applicano, ma lì c'è un limite di 45 secondi, una cerimonia che dura solo un'ora e mezza e non perdono una vagonata di tempo su tutto ciò che non è strettamente legato all'assegnazione delle statuette.

Tanti ed enormi i problemi che circondano l'intero evento. Ovviamente non ci si aspetta che possano apportare dei cambiamenti nell'immediato futuro, soprattutto se a comandare è al solito il denaro, ma almeno, visto che me li guardo ogni anno con più o meno piacere, fatemi lamentare.

Dato che mi piace creare delle discussioni mi piacerebbe sapere la vostra opinione sull'evento e su ciò che ho scritto. Inoltre la notte tra il 12 e il 13 dicembre saremo in live su Twitch per commentare l'evento, venite a seguirlo con noi!

Detto questo, alla prossima.

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